Consulente web marketing a Vicenza

Roberto Pellizzari

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La vetrina del tuo negozio va online

15 Febbraio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

La vetrina di un negozio è praticamente la punta dell’iceberg di un’attività commerciale che vende al dettaglio. Cattura l’attenzione del consumatore e lo attira nel negozio cercando di trasformarlo in un cliente.
Non sono un visual merchendiser (allestitore di vetrine), ma mi sono sempre chiesto come mai queste siano così sotto utilizzate dal punto di vista della fidelizzazione del cliente, contando poi che non sempre il negozio è aperto e che quindi potrebbero essere sfruttate maggiormente se si creasse una sorta di ponte tra l’offline e l’online.
Riporterò di seguito alcune tecniche che è possibile attuare per trasformare una statica, anche se ben realizzata, vetrina in uno strumento di web marketing attivo 24/7/365.

Vetrina online

Usiamo i qr-code

Credo non ci siamo ormai molto da dire su questi codici. Nati in Giappone nei primi anni 2000 hanno avuto una discreta diffusione una decina di anni fa quando venivano usati anche a sproposito per promuovere qualsiasi cosa. Oggi sembra invece che addirittura siano quasi passati di moda, quando invece hanno ancora molto da dire. Il funzionamento del qr code è semplice, attraverso la scansione del suddetto codice con un’app gratuita installata sul proprio smartphone, generalmente si invita il consumatore a collegarsi ad una specifica pagina web. Ma il qr code non è solo questo, è infatti in grado di visualizzare testo (descrizione dettagliata di un prodotto), formattare un sms (contattami, prenota, ecc.), creare una Vcard da salvare nei contatti del proprio smartphone e altre funzionalità più o meno utili in ambito commerciale.
Esitono due tipologie di qr code, quelli statici e quelli dinamici. I primi si possono generare gratuitamente con tool online e vengono detti statici perché non restituiscono nessun tipo di dato (giorno e ora della scansione, numero di clic, ecc.), anche se si possono usare dei piccoli trucchetti per fare in modo che vengano generati almeno dei dati statistici minimi.
I qr code dinamici sono invece generalmente a pagamento e permettono di modificare quando lo si desidera le destinazione del qr code, anche se questo è già stato stampato,  e rilasciano informazioni sull’utilizzo e scansioni del codice in modo da poter monitorare l’effettivo uso dello stesso e quindi l’interesse del pubblico per un determinato prodotto o servizio.
Un utilizzo classico dei qr code che non richiede praticamente nessuno sforzo nella sua applicazione, è quello che si potrebbe realizzare su una vetrina di una agenzia immobiliare.
Inserendo un codice qr code a fianco di ogni proposta immobiliare si può rimandare l’utente alla pagina dedicata all’immobile con scheda completa e fotogallery. Nel caso di qr code statici, per analizzare il numero di scansioni e quindi l’effettivo utilizzo del codice, invece di riportare il link diretto della pagina, si potrebbero inserire degli short url come quelli forniti dal servizio gratuito offerto da bit.ly, che dispongono di un semplice sistema di statistiche.
Un ulteriore utilizzo dei codici potrebbe ad esempio essere quello di fornire ulteriori informazioni su un prodotto esposto in vetrina spiegandone l’utilizzo quando questo lo richieda a causa della sua complessità. In questo caso al qr code potrebbe essere collegato ad un video esplicativo.

Usiamo un monitor

Sempre più spesso vediamo nelle vetrine dei monitor che generalmente fanno passare dei video o poco altro. Esistono sul mercato dei sistemi di digital signage che potrebbero diventare un importante alleato, quando ben utilizzati. Temporizzando i contenuti, in modo che vengano visualizzati a seconda dell’orario, si potrebbe sfruttare il monitor per invitare il passante ad entrare in negozio quando questo è aperto, oppure ad interagire con noi quando l’attività è chiusa.
Innanzitutto diciamo subito che un semplice televisore comprato all’ipermercato non è uno strumento di digital signage, e che per ottenere un ritornotangibile andrebbe fatto un mimino investimento. E’ importante avere uno schermo di buona qualità perché sia visibile anche di giorno, un sistema per creare un palinsesto di contenuti e, quando e dove possibile, delle casse audio da applicare al vetro della vetrina per attirare l’attenzione dei passanti.

Se ad esempio siamo titolari di un negozio di abbigliamento, potremmo far passare le immagini di capi scontati durante gli orari di apertura invitando il passante ad entrare e provarli, mentre durante l’orario di chiusura si potrebbe far passare il messaggio di acquistare online o di iscriversi alla nostra newsletter nel caso l’opzione ecommerce non fosse disponibile.

Conclusioni

Quelli riportati sopra non sono altro che alcune delle possibilità di trasformare una vetrina da strumento di marketing offline a online, anche le vetrofanie possono fare un lavoro similare quando riportando i nostri social, il sito e quant’altro.
In ogni caso quello che va tenuto presente è che il consumatore è costantemente online e che porta sempre con sé un dispositivo che è in grado di connettersi ad internet e quindi fare un’azione on line guardando la vetrina del negozio. Approfittiamone!

Filed Under: Idee di business, Marketing locale

Come cancellare una scheda su Google My Business

7 Febbraio 2018 By Roberto Pellizzari 4 Comments

Può succedere a volte che sia necessario cancellare una scheda local su Google My Business. I motivi possono essere vari; dalla chiusura definitiva dell’attività, ad un cambio totale di tipologia di servizi erogati, fino ad una scelta del gestore dell’attività di “scomparire” da Google.

Nei primi due casi la il modus operandi è abbastanza semplice e, anche se lungo, certa. Per l’ultima invece non ci sono al momento modalità certe di non apparire più con la propria scheda local tra i risultati delle ricerche di Google.
Analizziamo ora i due casi e quali sono le soluzioni da adottare.

Come cancellare una scheda local da Google My Business

Come cancellare una scheda local di Google My Business se l’attività chiude

Se il nostro caso è quello di un’attività che ha chiuso definitivamente i battenti, oppure passa di mano ma il nuovo gestore ha completamente cambiato il settore merceologico, la prima cosa da fare è entrare nel proprio pannello di gestione di Google My Business e segnalare l’attività come “Chiuso definitivamente”.
Pe farlo basta cliccare su modifica in alto a destra e poi, sulla destra, su “Chiudi o rimuovi questa scheda”. A questo punto si aprirà un riquadro e ci apparirà la descrizione “Contrassegna come chiusa definitivamente” cliccando sulla quale la scheda local dell’attività verrà visualizzata dagli utenti con una barra rossa, appena al di sotto delle foto, con la dicitura “Chiuso definitivamente”.

Cancellare una scheda da Google My Business

Da notare che dopo aver fatto questa operazione la scheda continuerà a essere visibile nel nostro pannello di controllo e anche sulle ricerche di Google, con la sola differenza che sarà contrassegnata dalla suddetta fascia rossa. Per il resto non cambierà nulla, e gli utenti potranno continuare a rilasciare recensioni, chiedere indicazioni stradali ecc.

I tempi perché la scheda scompaia completamente non sono certi ma potrebbe trattarsi di mesi. E’ sconsigliabile in ogni modo cancellare la scheda dal proprio pannello di controllo di GMB almeno finchè questa non sarà più visibile sui risultati delle ricerche.

Come cancellare una scheda local di Google My Business anche se l’attività è aperta

Lo dico subito, è praticamente impossibile ma si può provare e ottenere qualche risultato almeno nel medio periodo.
Sostanzialmente l’operazione da fare è quella sopra citata, il problema è che Google considera le dichiarazioni dei titolari dell’attività allo stesso livello di quelle fornite dagli utenti che potrebbero così segnalare che l’attività è ancora aperta, e di conseguenza rimuovere la dicitura “Chiuso definitivamente”.
Potrebbe comunque succedere che passi un certo periodo di tempo senza che nessuno segnali che l’attività è operativa e che in un certo momento la scheda scompaia dai risultati delle ricerche di Google. A questo punto però Google potrebbe ricreare la scheda prendendo in considerazione i segnali che gli arrivano dal web (Social network, Geo social, directory aziendali, ecc.) e che decida di ricrearla nuovamente.

Conclusioni

Come abbiamo visto, eliminare una scheda local di Google My Business è praticamente impossibile se l’attività è ancora aperta, e se anche questo dovesse avvenire non è detto che sia definitivo, e la scheda potrebbe prima o poi essere ricreata. A questo punto la cosa migliore da fare, e il consiglio che posso dare, è quello di rivendicare la scheda e gestirla secondo le regole guida di Google.
Google non è un nemico da combattere, ma un importante alleato se stiamo alle sue regole. Se sono le recensioni negative ad indurci a cancellare una scheda di un’attività ancora attiva, cerchiamo di vedere il lato positivo della cosa.
Se le recensioni sono veritiere non ci resta altro da fare che prendere atto che qualcosa non funziona nella nostra attività e cercare di prendere spunto dalle segnalazioni per migliorare il nostro prodotto/servizio.
Se invece le recensioni negative sono false ritengo sia facile correre ai ripari, segnalandole a Google e rispondendo punto su punto per smentire la falsa recensione.

Filed Under: Google, Marketing locale

Whitespark, il coltellino svizzero per la local seo

1 Febbraio 2018 By Roberto Pellizzari 2 Comments

Whitespark è un’azienda Canadese con sede a Edmonton specializzata in local search che, partendo dall’esperienza maturata offrendo consulenza per la local seo, ha sviluppato una serie di strumenti che possono essere utilizzati da chiunque operi in questo specifico settore.
Gli strumenti, alcuni disponibili gratuitamente, altri a pagamento e altri ancora solo per alcune zone geografiche, sono sette e tutti dedicati ad attività che hanno un pubblico localizzato geograficamente.

Gli strumenti per il local search di Whitespark

Local citation finder

Si tratta di uno strumento che cerca e crea una lista di tutte le pagine e servizi dove la tua azienda locale è citata, con o senza link verso il tuo sito.

Per provare lo strumento, in versione limitata, basta registrarsi alla piattaforma e lasciare alcuni dati. Ci apparirà subito dopo una schermata dove inseriremo le informazioni dell’attività da monitorare che sono:

  • Nazione
  • Città o zona
  • Keyword
  • Keyword specifica da monitorare
  • Progetto

Una volta cliccato su “Search” la piattaforma ci restituirà un elenco, che ci verrà inviato anche via email con tutti i risultati della ricerca trovati.
Nella versione free alcune funzionalità sono bloccate e quindi i risultati potrebbero non essere completi, rimane comunque un ottimo strumento per farsi un’idea di quale tipo di visibilità gode la nostra attività.

Local seo local citation finder

Local rank tracker

Il secondo strumento proposto da Whitespark che vado a presentare è un sistema completo di monitoraggio di tutte le piattaforme dove la nostra attività può essere visibile. Local rank tracker monitora il local pack di Google My Business, le mappe, i risultati organici e molto altro.

Lo strumento viene proposto in una versione trial di 14 giorni utilizzabile per quel periodo in versione completa, dopo di che se vogliamo continuare ad utilizzarlo, il costo parte da 25 dollari all mese, 20 dollari se lo acquistiamo per un anno.

Local seo local rank tracker

Reputation builder

Il successivo servizio proposto si chiama reputation builder ed è un sistema di “prevenzione” delle recensioni negative. In pratica si invita il cliente, attraverso mail oppure sms, a recensire internamente la nostra attività con un punteggio che va da 1 a 10, successivamente e in automatico ai clienti che hanno dado un voto oltre il 7 viene inviato un nuovo messaggio dove li si invita a lasciare una recensione, questa volta sulle piattaforme dove la nostra attività è presente (Facebook, Google, TripAdvisor, ecc.). Gli utenti che invece hanno dato un voto inferiore a 7 vengono invitati a lasciare un feedback privato che verrà gestito internamente all’azienda.

Local seo reputation builder

Link prospector

Questa piattaforma è un’utile strumento per generare backlink di qualità verso il nostro sito e ripubblicarne i contenuti.
Inserendo alcune informazioni il sistema analizza quali siti e blog potrebbero pubblicare i nostri guestpost, citare il nostro sito oppure il nostro post.
Il servizio per essere utilizzato richiede la registrazione e il pagamento di una quota mensile che varia a seconda dei crediti che si vogliono acquistare.

Local seo link prospector

Review Handout Generator

Il servizio di cui parlo ora si chiama Review Handout Generator ed è completamente gratuito. Permette di stampare in modo personalizzato delle istruzioni da consegnare oppure inviare ai nostri clienti, dove si spiega come lasciare una recensione su Google. Interessante, se non fosse che il testo è esclusivamente in inglese, ma è comunque un buon punto di partenza per generare un facsimile in italiano.Local seo Review Handout Generator

Google review link generator

Questo servizio gratuito sfrutta alcuni strumenti di Google e li fonde insieme per generare un link univoco da inviare ai nostri clienti perché recensiscano più facilmente la nostra attività. Utilizzando insieme Google Maps e Google url shortener, saremo in grado di semplificare il processo di recensione per i nostri clienti e tenere traccia di quanti effettivamente vanno sulla nostra pagina di recensioni.
Il sistema quindi genera un short link (https://goo.gl/EQMz16) che possiamo inviare al cliente e successivamente, per vedere quanti lo utilizzano, basta che al nostro link aggiungiamo un bel .info per vederne le statistiche (https://goo.gl/EQMz16.info).

Local seo google review link generator

Off line conversion tracker

Un peccato che questo servizio gratuito offerto da Whitespark non sia utilizzabile in Italia ma solo in alcuno paesi di lingua anglofona. Si tratta in poche parole di creare un registro online dove teniamo traccia delle chiamate oppure visite presso la nostra attività, quindi conversioni fisiche, che poi Whitespark si prenderà in carico di inviare a Goggle perché le aggiunga alle statistiche di Analytics del nostro sito.

Local seo offline conversion tracker

Conclusioni

Un sito sicuramente interessante quello di Whitespark con alcuni servizi utilizzabili anche nel nostro paese e altri dai quali possiamo certamente prendere spunto e applicarle alla la nostra attività.
Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento alla fine di questo post.

Filed Under: Marketing locale, Tools

Ricerca vocale e local seo

24 Gennaio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

E’ dagli anni 30 che l’uomo prova a parlare con le macchine, ma cinema e letteratura hanno anticipato l’avvento di questa tecnologia molto tempo prima.
Dopo decenni di studi e prove il controllo vocale dei computer e dei dispositivi intelligenti è diventato una realtà e sembra che ci sia una forte tendenza ad utilizzare i comandi vocali per fare ricerche dal proprio smartphone, e in particolare per trovare attività vicine geograficamente (local seo).
Tutti noi oggi possiamo parlare al nostro telefono e chiedergli di fare una serie di cose per noi. Cercare un contatto, inviare un messaggio, scrivere una mail oppure aprire semplicemente un’app.
Tutto questo è possibile grazie ad una tecnologia che ha raggiunto un livello di precisione fino a pochi anni fa impensabile.
Google Assistant e Siri sono i software più utilizzati in mobilità, ma esistono anche altre realtà, cito tra tutte Cortana (Microsoft) e Alexa (Amazon), anche se più orientate ad utilizzi home.

Ricerca vocale e local seo

La ricerca vocale da smartphone

La ricerca vocale viene utilizzata dagli utenti con sempre maggiore frequenza. In Italia, uno studio realizzato da Find srl ha rilevato che il 46% dei possessori di smartphone fa uso della ricerca vocale, mentre sono il 36% gli utenti che parlano con il proprio tablet. La ricerca vocale viene utilizzata in special modo quando le mani sono occupate oppure non è possibile volgere lo sguardo al proprio dispositivo, come ad esempio durante la guida. Si stima inoltre che la ricerca vocale sia tre volte più veloce di quella scritta, grazie anche all’efficienza raggiunta dagli assistenti vocali installati sui nostri dispositivi che hanno un tasso di precisione che sfiora ormai l’8%.

Ottimizzare un sito per la ricerca vocale

Partiamo dal presupposto che, quando gli utenti fanno una ricerca vocale, utilizzano termini completamente diversi dalla tradizionale ricerca scritta.
Quando si usa la tastiera per fare una ricerca, specialmente da smartphone, si tende a scegliere delle keywords composte da 2/3 parole, nella ricerca vocale invece le keywords si trasformano in una frase di senso compiuto e spesso si pone una domanda.
Ad esempio, se cerchiamo un ristorante scriveremo “miglior ristorante vicenza”, mentre se utilizziamo la ricerca vocale probabilmente la frase si trasformerà in una domanda del tipo “qual’è il miglior ristorante di vicenza?”.

Ecco quindi che diventa necessario, specialmente se abbiamo un’attività locale e vogliamo farci trovare dai nostri possibili clienti, utilizzare alcuni accorgimenti per ottimizzare la nostra presenza sul web.

  • I contenuti del sito devono essere scritti in modo conversazione, con domande e risposte simili a quelle che un cliente ci farebbe una volta entrato nella nostra attività.
  • Dobbiamo prevedere una sezione Faq sul nostro sito, ovvero delle domande frequenti e delle risposte che soddisfino completamente la domanda che ci è stata posta.
  • Il sito deve essere totalmente responsive visto che, come abbiamo già a avuto modo di vedere, le ricerche vocali avvengono per lo più da smartphone e tablet.
  • Il sito deve essere ottimizzato per permettere la massima velocità di caricamento delle pagine richieste perché da mobile non c’è tempo da perdere e gli utenti passano subito al successivo sito se la pagina tarda ad apparire.
  • Dobbiamo essere presenti con la nostra attività in varie piattaforme di visibilità locale, perché a seconda di quale assistente vocale usiamo (Siri di Apple o Google assistant di Android) questo ci presenterà risultati provenienti da diverse fonti.
  • Utilizzare le domande e risposte della scheda Google My Business.

Conclusioni

La ricerca vocale è già una realtà, parliamo di oltre 3,6 milioni di consumatori che dal proprio smartphone fanno ricerche vocali e i numeri sono in costante crescita.
Ottimizzare la propria presenza on line per cercare di ottenere maggiore visibilità grazie alla ricerca vocale non è solo anticipare il futuro ma guadagnare i primi posti rispetto agli altri competitor.
Se vuoi una consulenza gratuita per capire come la ricerca vocale può aiutare il tuo business online compila questo form.

Filed Under: Marketing locale, Tecnologia

Ottimizzare la pagina Facebook per la local seo

15 Gennaio 2018 By Roberto Pellizzari 2 Comments

Alzi la mano chi non conosce Facebook, il social network per eccellenza che ha cambiato la vita dell’intero pianeta.
Nel mondo sono oltre 2 miliardi gli iscritti alla piattaforma e 33 milioni di questi sono italiani. Ma il dato più interessante è che 3o milioni di italiani sono effettivamente attivi, si collegano cioè almeno una volta al mese su Facebook mentre i restanti 3 milioni sono probabilmente account fake o inutilizzati.
Un’altro numero che fa dell’Italia il paese dei balocchi di Mark Zuckerberg è che sono 24 milioni gli utenti che ogni giorno si collegano al social e che 23 milioni lo fanno con il proprio smartphone. Numeri quindi di tutto rispetto e che non possiamo assolutamente ignorare se gestiamo un’attività con una clientela localizzata.

Ottimizzare la pagina Facebook per la local seo

Cosa sono le pagine Facebook

Un conto sono gli account personali, i profili che utilizziamo con gli amici per intenderci e un’altra cosa sono le pagine aziendali di Facebook. Per pagine si intende quelle schede che rappresentano un’attività, un personaggio pubblico, un ente oppure un marchio. Si riconoscono immediatamente perché non hanno “Amici” ma bensì “Mi piace” e sono pubbliche, vengono cioè indicizzate dai motori di ricerca come un qualsiasi sito web.
Vedremo ora come fare ad ottimizzare una pagina Facebook per renderla visibile agli utenti quando cercano un servizio/prodotto attraverso l’utilizzo di parole chiavi nei motori di ricerca.

Perché e quando creare una pagina Facebook per un’attività locale

Qualsiasi attività può trarre veneficio da una pagina Facebook, sempre che ci sia alle spalle una strategia e un piano editoriale ben strutturato.
Prima di attivare la nostra pagina Facebook dobbiamo quindi avere ben chiari gli obiettivi che vogliamo raggiungere e qual’è il target al quale ci rivolgiamo. Successivamente dobbiamo iniziare a creare dei contenuti da pubblicare regolarmente e realizzati per lo scopo che vogliamo ottenere dalla nostra presenza su Facebook.
E’ quindi fondamentale redarre un palinsesto (un calendario), creare appositi testi, scattare immagini e montare piccoli video che attirino l’attenzione del nostro pubblico e lo portino a compiere delle azioni da noi suggerite.

Come ottimizzare la pagina Facebook per la local seo

Eccoci arrivati ora al punto chiave e cioè all’ottimizzazione della pagina Facebook per la local seo.
Importante a questo punto fare un passo indietro e parlare di NIT (Nome, Indirizzo e Telefono).

Nome
E’ il nome dell’attività, il nome comune con il quale siamo conosciuti dal pubblico. Se ad esempio sono titolare di un distributore di carburanti con servizi annessi e la mia ragione sociale è “Rossi & C. carburanti” il mio NIT dovrà essere strutturato in questo modo:

  1. Categoria principale (conosciuta dal pubblico)
  2. Nome per rendermi unico
  3. Località nella quale si trova la mia attività
  4. Servizi annessi

In questo caso, dopo avere fatto una veloce analisi su Google Trends, risulta che in quasi tutta Italia la parola utilizzata online per ricercare un distributore di benzina sia “benzinaio”.

Quindi il risultato potrebbe essere: Rossi & C Benzinaio a Vicenza – Autolavaggio cambio gomme e olio

Con questo nome, seguito dall’indirizzo corretto e dal giusto numero di telefono possiamo inserire la nostra attività non solo su Facebook ma anche in tutte le altre piattaforme che ci risultano utili a dare visibilità ala nostra azienda.
Superato questo primo scoglio possiamo ora iniziare a lavorare su altri punti importanti per ottimizzare la pagina Facebook e  che sono:

Categoria
Qui dobbiamo cercare le categorie che meglio rappresentano la nostra attività. Le categorie possono anche essere più di una, nel nostro caso ad esempio su Facebook potremmo optare per tre categorie (il massimo che possiamo scegliere) in quest’ordine: Stazione di rifornimento, Autolavaggio, Negozio di riparazione auto.

Storia
In questa sezione dobbiamo lavorare sul testo, rendendolo piacevole e descrittivo ma allo stesso tempo utile ai motori di ricerca inserendo le giuste parole chiavi all’interno che come abbiamo detto sono:

  • Benzinaio
  • Autolavaggio
  • Cambio gomme
  • Cambio olio

Informazioni
Anche in questa sezione è importante, sintetizzando molto, inserire le parole chiavi che ci interessano e renderci così visibili al nostro pubblico target.

Una nuova opportunità: la funzione luoghi di Facebook

Capita a volte che un’azienda abbia più punti vendita e la necessità di comunicare con target diversi, magari localizzati in luoghi molto lontani tra loro. In questo caso le scelte che un’azienda fa sono solitamente sono due; gestisce un’unica pagina “brand” oppure attiva una pagina attività per ogni punto vendita.
La procedura sopra descritta può essere sostenibile solo se parliamo di pochi punti vendita, ma se il numero è superiore la cosa migliore da fare è attivare la funzione “Locations” messa a disposizione da Facebook per le attività con più punti vendita.

Questa funzione ci da la possibilità, partendo da un’unica pagina, di creare altre pagine (luoghi), una per ogni punto vendita.
Per attivare questa funzione dobbiamo essere loggati su Facebook da pc e compilare il form raggiungibile a questo link, e indicare la pagina Facebook che poi sarà la principale. Un requisito importante per la pagina principale è che questa sia una pagina brand, quindi se già non lo è ti raccomando di provvedere alla trasformazione prima di procedere alla creazione dei luoghi, per evitare così che la richiesta venga rifiutata.
Seguendo poi la procedura guidata sarà possibile completare l’intero processo. Ma tutto questo merita un post a parte che mi riprometto di scrivere a breve.

Conclusioni

Come abbiamo visto le pagine Facebook non sono isolate dal resto del web ma possono tranquillamente essere considerate alla stregua di un sito ottimizzato per la local SEO se ben gestite.
Una opportunità in più quindi di rendere visibile la nostra attività ai consumatori che ogni giorno cercano dal loro smartphone (4 ricerche su 5 da questo dispositivo sono di tipo locale) prodotti o servizi vicini a loro.

Se hai altre domande sull’ottimizzazione di una pagina Facebook contattami compilano questo form.

Filed Under: Marketing locale

Solo cosmetici biologici, ecco La Bio profumeria a Vicenza

8 Gennaio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Negli ultimi anni l’interesse per il biologico, ovvero per i prodotti coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche e senza che vengano manipolati geneticamente, ha incontrato sempre maggiore interesse da parte del pubblico. Tra gennaio e aprile del 2017, nella GDO (grande distribuzione organizzata), il biologico ha subito un incremento del 19,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (fonte Asso Bio).
Per quanto riguarda invece i cosmetici basta dire che nel 2016 il 9% del fatturato totale relativo alla cosmetica riguarda i prodotti biologici, trend in crescita continua e nemmeno immaginabile solo pochi anni fa.
E proprio di questo settore scriverò in questo post, o meglio di come promuoversi come negozio di cosmetici biologici off line utilizzando il web come canale di captazione della clientela.

La Bio profumeria Vicenza

Ho iniziato a collaborare con La Bio profumeria circa un anno fa. La titolare aveva da poco avviato la sua attività orientandola su marchi di alto livello, alcuni dei quali importati direttamente dall’Inghilterra. Prodotti particolari e di nicchia che non godevano certo del traino pubblicitario dei famosi marchi di cosmesi tradizionale e che al contrario avevano bisogno di un importante lavoro di promozione per essere conosciuti e apprezzati.
Il negozio, situato in un quartiere periferico della città di Vicenza, inizialmente si chiamava “Bioregno di bellezza”, ma fin dall’inizio avevamo riscontrato che spesso veniva confuso con un centro di estetica e che comunque questo marchio/brand non dichiarava in modo esplicito cosa si proponeva all’interno.

Una volta iniziata la collaborazione ho quindi chiesto alla titolare se riteneva opportuno rivedere il nome del negozio e di rinominarlo in modo che si capisse immediatamente quale tipologia di prodotti cosmetici si commercializzavano. Ci siamo quindi presi del tempo ed è sorto quasi spontaneo chiamarlo “La Bio profumeria”, visto anche che in quel momento era l’unica profumeria che proponeva esclusivamente cosmetici biologici a Vicenza.

Una volta definita la questione marchio/brand abbiamo iniziato a lavorare sulla visibilità online. La mia specializzazione in local seo mi ha immediatamente fatto optare per l’ottimizzazione e l’attivazione di alcune piattaforme imprescindibili per la visibilità online e per un sito web responsive ottimizzato per la local seo.

Prima di tutto abbiamo uniformato il NIT (Nome, Indirizzo e Telefono) e fatto un’analisi delle parole chiavi utilizzate nell’area geografica di pertinenza e il risultato, per quanto riguarda il nome del negozio da inserire nelle diverse piattaforme, è stato il seguente:

La Bio profumeria Vicenza – Cosmetici biologici e naturali

Analizzandolo possiamo vedere che si incontra la parola “bio” separata da “profumeria”, anche se nel logo la utilizziamo come unica parola. Questo perché volevamo poter cogliere anche le ricerche di persone che cercano semplicemente “profumeria” associata alla località che in questo caso è “Vicenza”.
Per quanto invece riguarda il “pay off” abbiamo analizzato le parole chiavi che avevano un maggior volume di ricerca e che erano legate ai prodotti offerti ed è emerso che in questa area geografica “cosmetici bio” e “cosmetici naturali” erano quelli più ricercati a livello di categoria di prodotto.

Una volta definito tutto questo abbiamo iniziato a lavorare su due fronti; l’inserimento dell’attività nelle directory e geo social più importanti e la realizzazione di un sito ottimizzato per la local seo.
Per le directory si è puntato soprattutto su Google My Business, Apple Maps Connect, Pagine Gialle, Yelp e Bing Places for Business. Si sono sperimentate anche altre piattaforme ma senza ottenere risultati apprezzabili.

E’ stato dato naturalmente spazio anche ai social network classici, riconvertendo la vecchia pagina Facebook e rinominandola con il nuovo brand e attivato ex novo un profilo personale Instagram trasformato successivamente in aziendale.

Per il sito web si è optato per il domino “labioprofumeriavicenza.it” che conteneva già all’interno tutte le parole chiavi che ci interessavano. Abbiamo poi scelto un hosting su Aruba che offrisse server con indirizzi ip posizionati sul territorio nazionale e installato un cms WordPress con framework Genesis e template Studio Press, garanzia di robustezza e affidabilità.
Il sito è semplice alla vista con i colori aziendali, logo e la parole chiavi principali. C’è poi, oltre alle pagine classiche del negozio, una parte dedicata ai marchi venduti con testi ottimizzati per il seo locale per captare le ricerche legate alla disponibilità sul territorio di uno specifico marchio.

Vediamo ora nel dettaglio i risultati ottenuti per quanto riguarda la visibilità di sito web, scheda local Google My Business e social network.

La scheda Google My Business

Nell’area di pertinenza dell’attività questa appare nel 3 pack di Google My Business con le parole chiavi “profumeria vicenza”, “cosmetici biologici vicenza” e “cosmetici naturali vicenza”.

Per quanto riguarda i numeri la scheda GMB nell’ultimo mese è stata visualizzata circa 750 volte e le azioni sono state oltre 2000 (clic, chiamate, richieste di indicazioni, visite al sito,visualizzazione di immagini, ecc.).

La Bio profumeria Vicenza

Il sito web La Bio profumeria Vicenza

Il sito web ricalca i risultati ottenuti con la scheda e si posiziona in prima pagina sia con la parola chiave “profumeria vicenza” che con altre parole chiavi come “cosmetici biologici vicenza”, “cosmetici naturali vicenza”, “profumeria di nicchia vicenza”, “profumi di nicchia vicenza”, ecc.

Un buon risultato quindi che genera un flusso costante di pubblico con una frequenza di rimbalzo sotto il 50% e una permanenza sul sito di quasi 2 minuti.
Il sito dispone anche di un blog che viene aggiornato dalla titolare del negozio periodicamente con la pubblicazione di post su trattamenti e prodotti. Queste pubblicazioni generano continue visite con parole chiavi long tail (a coda lunga) che portano risultati nel medio/lungo periodo.

I social network de La Bio profumeria Vicenza

Tra le piattaforme social utilizzate per promuovere La Bioprofumeria non poteva di certo mancare Facebook. La pagina cresce lentamente ma costantemente e la risposta del pubblico è buona.
Abbiamo attivato Instagram solo da pochi mesi e i risultati ottenuti sono interessanti anche se andrebbe potenziato ulteriormente con pubblicazioni periodiche.

Conclusioni

Tenendo presente che stiamo parlando di una tipologia di attività poco conosciuta, i risultati fino a qui ottenuti sono da considerare buoni. E’ importante comunque continuare con un costante lavoro di “educazione” dell’utenza per trasmettere il valore del prodotto biologico che non può essere paragonato in nessun modo con il “cosmetico da supermercato”.
Un lavoro lungo e paziente che La Bio profumeria sta portando avanti con grande impegno e passione.

Filed Under: Marketing locale

Cinque azioni local SEO da fare assolutamente nel 2018

1 Gennaio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Inizia un nuovo anno e anche la corsa ai buoni propositi che, come spesso accade, troppo spesso vengono disattesi. Come sempre ci facciamo sopraffare dagli eventi, dalle cose urgenti, relegando quelle importanti in secondo piano e dimenticandocene da lì a poco.

In questo post ti propongo cinque azioni local SEO da fare assolutamente nel 2018 per dare la massima visibilità alla tua attività locale, sia essa un ristorante, un bar, un negozio o l’attività di un professionista o un artigiano.

Local seo 2018

Inserire la mia attività in Google My Business

Non ci sono scuse, se hai un’attività locale devi assolutamente essere presente in Google My Business con la tua scheda local. Il 98% degli italiani utilizza Google per fare le proprie ricerche e le schede local sono i secondi risultati che appaiono dopo gli annunci a pagamento di Google Adwords e sono gratuite.

E’ quindi imprescindibile esserci con una scheda rivendicata (che puoi cioè modificare autonomamente)  e ottimizzata. Le schede local forniscono ai nostri possibili clienti tutte le informazioni che cercano e vanno quindi sempre aggiornate con turni di chiusura, orari, aperture e chiusure straordinarie, informazioni di contatto e ora anche con le ultime novità, attraverso la possibilità di pubblicare post che è stata introdotta a metà del 2017.
Ecco altri post dove parlo della gestione della scheda Google My Business:

  • Cos’è Google My Business e perchè dobbiamo esserci
  • Come ottimizzare Google My Business e trovare nuovi clienti
  • Come leggere le statistiche di Google My Business
  • Come gestire più sedi con Google My Business
  • Gestire le recensioni in Google My Business
  • Cancellare schede duplicate di Google My Business

Creare un sito web ottimizzato per la local SEO

Oggi un’attività locale, qualsiasi essa sia, non può delegare la propria visibilità online a terze parti come social network (Facebook , Instagram, ecc.) o altre piattaforme di visibilità web, deve assolutamente avere un proprio sito internet, unico strumento veramente di proprietà dell’attività.

Un buon sito per un’attività local deve essere ben realizzato e possedere determinate caratteristiche per essere trovato con facilità da chi cerca un’attività come la nostra. L’obiettivo è semplice, essere visibili nella prima pagina delle ricerche di Google quando un utente fa una ricerca utilizzando le parole chiavi “categoria+località” oppure altre parole chiavi precedentemente selezionate attraverso una approfondita analisi.
Qui trovi un post dove spiego dettagliatamente quali caratteristiche deve avere un sito web ottimizzato per la local seo.

Inserire la mia attività in Pagine Gialle gratuitamente

Pagine Gialle è una delle directory commerciali (elenco di aziende) più vecchia e conosciuta in Italia. Da oltre 40 anni viene distribuita in versione cartacea a tutti gli abbonati Telecom anche se la concorrenza di internet prima e Google poi, hanno minato profondamente la sua autorevolezza.
In ogni caso sono 4,5 milioni gli utenti che accedono al portale o all’app Pagine Gialle ogni giorno e non essere presenti nel suo database sarebbe veramente un peccato. Probabilmente, se hai un’attività locale, avrai avuto qualche esperienza con la forza vendite che si occupa di vendere i servizi proposti da questa directory e l’esperienza potrebbe non essere stata dalle migliori.

Sappi però che non è necessario sottoscrivere per forza un contratto con Italia Online per essere presenti con la tua azienda in Pagine Gialle ma che lo puoi fare gratuitamente seguendo le semplici istruzioni che troverai in questo post dove spiego come inserire gratuitamente la propria attività in Pagine Gialle.

Inserire la mia attività su Facebook creando una Pagina aziendale

Sono molte ormai le attività locali che dispongono di una pagina Facebook più o meno aggiornata. E’ infatti questo uno dei problemi della presenza sui social di un’attività locale; l’aggiornamento regolare della pagina.

Oltre però alla periodicità dei contenuti e alla coerenza degli stessi, ci sono altri piccoli trucchi di cui dobbiamo tenere conto se vogliamo ottenere visibilità attraverso Facebook anche sui risultati dei motori di ricerca. Con questo intendo dire che il link alla nostra pagina Facebook può essere visualizzato su Google quando un utente cerca “categoria+località”, aumentando così le possibilità che ci contatti.

Per rendere questo possibile è fondamentale l’ottimizzazione della sezione dedicata alle informazioni della nostra pagina e in particolare la scelta delle categorie e la descrizione dei prodotti/servizi che offriamo. Entrambe le sezioni dovrebbero infatti contenere le parole chiavi che ci interessano e con le quali vogliamo farci trovare dai nostri possibili clienti. A breve realizzerò un post dove spiego dettagliatamente come va ottimizzata una pagina Facebook aziendale per apparire nei risultati di Google,     [spu popup=”1839″]iscriviti alla newsletter[/spu] per rimanere informato.

Inserire la mia attività su Tripadvisor

Se ci occupiamo di ospitalità o ristorazione la presenza della nostra attività su questa piattaforma è praticamente d’obbligo. Se non lo facciamo noi ci sarà, prima o poi, qualcuno che ci inserirà e ci ritroveremo così a dover gestire, lo vogliamo o meno, le recensioni dei clienti. Tripadvisor non è solo hotel e ristoranti, infatti nella categoria “cose da fare” posono essere inserite anche tipologie di attività come bar o locali legati al divertimento oppure al turismo. Potrebbe quindi trovare spazio anche un negozio di abbigliamento, se questo si trova in una zona turistica.

Per apparire nei risultati di ricerca di Google con la propria attività inserita in Tripadvisor non si deve fare nulla di particolare. Non esistono trucchi o segreti, basta solo seguire le indicazioni della piattaforma al momento dell’inserimento o durante l’ottimizzazione della scheda aziendale.
In questo post spiego come inserire un bar in TripAdvisor, ma le regole valgono per qualsiasi tipo di attività.

Conclusioni

Sono ancora troppe le attività locali che non sfruttano appieno internet per ottenere visibilità online. Forse per una conoscenza scarsa del web, per esperienze passate non molto positive o semplicemente perché scoraggiati da una situazione generale difficile, rinunciano a questa grande opportunità e avviano di tanto in tanto azioni di marketing off line delle quali già si conoscono i risultati che porteranno.
Un buon consulente di web marketing, con un investimento decisamente sostenibile, può cambiare le sorti di un’attività locale attraverso un lavoro di consulenza che preveda le classiche fasi di analisi, una strategica e una operativa.
Se hai un’attività locale e desideri un’analisi gratuita contattami, questo è il momento giusto per farlo.
Buon 2018!

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Le cinque leggi della stupidità umana

20 Dicembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Chi, almeno una volta nella vita, non si è mai posto la domanda “Ma quanti stupidi ci sono al mondo?”. Credo tutti e immagino anche che la risposta sia stato un semplice e laconico “Tanti!”.

Bene, anche se sembra impossibile da credere, c’è chi ha tentato di rispondere a questo dilemma su basi scientifiche e quello che ne è venuto fuori è decisamente interessante.

La persona che si è preso la briga di indagare sulla stupidità umana è il prof. Carlo M. Cipolla, economista italiano di fama  mondiale che ha scritto, nella sua lunga e importante carriera di docente universitario in Italia e negli Stati Uniti, numerosi libri.

Il prof. Cipolla ha scritto un saggio, tra il serio e il faceto, di una settantina di pagine (Allegro ma non troppo con Le leggi fondamentali della stupidità umana) per cercare di definire la stupidità in tutte le sue sfaccettature, arrivando addirittura a disegnare un quadrante della stupidità.

Le cinque leggi della stupidità

Prima però di vedere nel dettaglio queste leggi cerchiamo di capire qual’è lo stato della stupidità umana secondo il prof. Cipolla.
Innanzitutto lo studioso afferma che, in generale, gli stupidi arrecano danno alla società e ancora di più quando sono al potere, potere che usano per mantenere alta la percentuale di stupidi nei posti che contano.
Gli stupidi sono più pericolosi dei banditi perché non è possibile capire con anticipo quali azioni farà uno stupido, al contrario di un bandito, che è invece prevedibile visto che il suo obiettivo è conseguire l’arricchimento personale.
Le persone normali sono molto vulnerabili alla stupidità, perché vengono sorpresi dalle azioni che gli stupidi mettono in atto a dalla loro imprevedibilità.

Ed ecco ora le cinque leggi della stupidità e la loro spiegazione.

Prima legge della stupidità

Sempre viene sottostimato il numero di individui stupidi in circolazione.

A volte, persone che crediamo razionali e intelligenti, si trasformano improvvisamente in stupide lasciandoci indifesi e sconcertati di fronte ai fatti.
Veniamo continuamente colpiti da persone stupide che appaiono dappertutto quando meno ce lo aspettiamo.

Per questo motivo è impossibile determinare una percentuale di stupidi, dal momento che qualsiasi numero sarebbe troppo piccolo.

Seconda legge della stupidità

Non è facile individuare uno stupido poiché spesso sembrano solo persone innocenti o ingenue che ci inducono ad abbassare la guardia e ci rendono vulnerabili.

La stupidità non dipende dalla classe sociale poiché il numero di stupidi è lo stesso tra operai, impiegati, studenti oppure professori universitari.
Con sarcasmo il prof. Cipolla dice anche che “Le femministe militanti si arrabbieranno, ma la percentuale di stupidi è la stessa in entrambi i sessi”.
Non c’è differenza nemmeno tra razze o etnie.

Terza legge della stupidità

Qui il prof. Cipolla conia una perfetta definizione di persona stupida.
“Una persona stupida è colui che causa danno ad un’altra persona o ad un gruppo di persone, senza ricavarne beneficio per sé o addirittura incorrendo in una perdita”.

Quarta legge della stupidità

Le persone non stupide sempre sottovalutano i danni che le persone stupide possono provocare.

Dimenticarsi che in qualsiasi momento o circostanza potremmo incrociare sul nostro cammino persone stupide potrebbe essere un errore che può costarci molto caro.

Quinta legge della stupidità

La persona stupida è la persona più pericolosa che esista.

Questo perché, come detto sopra, lo stupido è imprevedibile e difenderci dalle conseguenze delle loro azioni è molto difficile.

Il prof. Cipolla propone anche un quadrante della stupidità partendo dal presupposto che una persona stupida è più pericolosa di un bandito. Nel quadrante le persone vengono raggruppate in quattro categorie:

Sprovveduti
Lo sprovveduto con la sua azione tende a causare danni a sé stesso ma spesso anche un beneficio per altri.

Intelligenti
Chi con la sua azione crea beneficio per sé stessi e per gli altri.

Banditi
Chi con la loro azione crea un beneficio per sé stesso e consapevolmente un danno per gli altri.

Stupidi
Chi causa un danno ad un’altra persona o gruppo senza trarre per sé stesso nessun beneficio, ma addirittura una perdita.

Legge sulla stupidità di Carlo Cipolla

Dal quadrante che il prof. Cipolla ha disegnato si nota che le categorie di persone “sprovvedute” e i “banditi” possono essere declinati in intelligenti oppure stupidi a seconda del punto in cui ritrovano nel quadrante.

Cipolla afferma inoltre che in un mondo popolato da banditi intelligenti e sprovveduti intelligenti il sistema rimarrebbe sostanzialmente in equilibrio.
Le persone che maggiormente contribuiscono al miglioramento della società sono quindi quelle intelligenti, qualsiasi sia la loro categoria di appartenenza.
Quindi il quadrante dimostra ancora una volta che la categoria di persone in assoluto più pericolose per la nostra società sono quelle stupide.
Cipolla poi gira ulteriormente il dito nella piaga affermando che le persone intelligenti, i banditi e gli sprovveduti hanno coscienza di ciò che sono, mentre gli stupidi non lo sono e questo le rende estremamente pericolose.

Cipolla termina finalmente il suo saggio con una considerazione che fa riflettere e che dice:

“In ognuno di noi alberga sempre un po’ di stupidità e questa è sempre maggiore di quanto noi stessi supponiamo”.

Filed Under: Produttività

Brasserie Chalet Miralago, ispirararsi e ristorarsi

18 Dicembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Il Brasserie Chalet Miralalgo è una pizzeria e birreria sulle rive di un piccolo lago incastonato tra i Colli Berici. Il Lago di Fimon, il più antico del nord Italia, è ciò che resta di un’antica glaciazione avvenuta ormai milioni di anni fa. Proprio a ridosso del lago, nel lontano 1967, la famiglia Valdemarca ha costruito e ampliato nel tempo, un locale che ha più l’aspetto di un rifugio di montagna piuttosto che di un ristorante, una piccola costruzione con un’ampia terrazza panoramica che, nelle stagioni più miti, permette di pranzare o cenare all’esterno vista lago.

Pizzeria Lago di Fimon

Dal 2012 la proprietà ha dato in gestione il locale ad una giovane coppia che lo hanno ben presto trasformato in un vero gioiellino, ideale come punto di ritrovo di persone che cercano un luogo alternativo ai locali “alla moda”, un locale dove poter passare una serata rilassati degustando un’ottima pizza e ascoltando della buona musica dal vivo.

Ho iniziato a collaborare con il Brasserie Chalet Miralago circa 2 anni fa, l’obiettivo iniziale era di dare maggiore continuità alla comunicazione sul web ed incrementare il numero di coperti nelle serate infrasettimanali.

Come sempre si fa in questi casi siamo partiti dal NIT (Nome, Indirizzo e Telefono) per uniformarlo alla nuova gestione che aveva modificato anche il nome del locale. Ci siamo quindi prima concentrati sulla definizione esatta per poi passare al pay off. Il locale infatti era conosciuto come “Chalet Miralago” da quando, 5o anni fa era stato realizzato, ma tutti lo chiamavano solo “Miralago”. I nuovi gestori avevano voluto aggiungere il termine “Brasserie” per trasmettere alla clientela che ciò che li caratterizzava era la vasta scelta di birre proposte, oltre che le varie tipologie di cucina che vanno dal classico piatto da birreria per arrivare al vegano.
Ho quindi consigliato la proprietà di “insistere” con il pubblico e comunicare sempre il nuovo nome per intero e aggiungere un pay off da utilizzare per i motori di ricerca. Dopo aver fatto un’analisi sulle parole chiavi che potevano essere più interessanti la scelta è caduta su “Birreria e Pizzeria sul Lago di Fimon”, per cogliere soprattutto la domanda di chi cerca un luogo dove bersi tranquillamente una buona birra o mangiare una pizza ammirando lo spettacolo del lago.
Il risultato è stato il seguente:

Brasserie Chalet Miralalgo – Pizzeria e birreria sul Lago di Fimon

Le prime azioni sul web realizzate sono state quelle di rivendicare la scheda local Google My Business e ottimizzarla insieme alla scheda su TripAdvisor. Sono state migliorate le immagini, le descrizioni e si è iniziato a rispondere alle recensioni che giornalmente arrivavano.
Subito dopo ho iniziato a lavorare sul sito web che era sì presente, ma era un sito mono pagina realizzato senza obiettivi di local seo. Ho quindi installato un WordPress e realizzato il sito privilegiando la navigazione da mobile, visto che l’analisi preliminare aveva rilevato che era un pubblico di passaggio quello che visitava il sito (80% di nuovi visitatori ogni mese) e che accedeva ai contenuti in buona parte da smartphone. Per il sito si è lavorato soprattutto sulle parole chiavi “pizzeria sul lago di fimon”, “birreria sul lago di fimon”, pizzeria arcugnano” e “birreria arcugnano”.
Il risultati sono stati buoni visto che con “birreria lago di fimon” abbiamo occupato tutta la prima pagina come anche con “pizzeria lago di fimon”. Con “birreria arcugnano” (nome del comune) abbiamo invece trovato una forte concorrenza, passando alternativamente dalla prima alla seconda pagina nei risultati di ricerca e assestandoci invece in prima pagina con “Pizzeria arcugnano”.
Il sito è stato poi ottimizzato con altre numerose parole chiavi long tail generando un buon volume di ricerca globale con un tasso di rimbalzo sotto il 50% e una permanenza media sul sito di oltre 1,30 minuti. Il sito è stato successivamente arricchito con un menù in html sempre aggiornato e una sezione eventi collegata ad Eventbrite, il portale di eventi più conosciuto e utilizzato al mondo.

Birreria Lago di Fimon

Sul fronte directory e geo social l’attenzione è caduta sui due classici e cioè Yelp e Foursquare. Entrambi hanno generato nel tempo visite e recensioni anche se queste due piattaforme sono ben lontane, in fatto di numeri e popolarità, da Google My Business e TripAdvisor.

Essendo il locale meta di visitatori del Lago di Fimon che vengono da fuori provincia e da bikers, abbiamo optato anche per l’inserimento dell’attività nelle piattaforme di mappe per la navigazione come Here (consorzio BMW, Mercedes e Gruppo Volkswagen) e Tom Tom.
Purtroppo queste piattaforme hanno il difetto di avere tempi di pubblicazione che vanno dai due ai sei mesi e di non restituire informazioni sulle visualizzazioni e le azioni degli utenti, vale comunque la pena essere presenti soprattutto se la nostro attività è collegata al turismo e alla ristorazione.

Social network

Il lavoro più importante è stato realizzato senza dubbio su Facebook, iniziando a gestire la pagina con un palinsesto settimanale che prevedeva la pubblicazione di due post giornalieri.
I post erano soprattutto collegati alle proposte culinarie, gli eventi e alle attività da svolgere sul Lago di Fimon e nei dintorni.
Il pubblico ha risposto bene fin da subito e la pagina ha fatto da traino per proporre attività ed eventi realizzati nel locale, con buona partecipazione del pubblico e un punteggio molto alto per quanto riguarda le recensioni.

Conclusioni

Nei due anni di collaborazione si sono realizzate molte iniziative off e online che hanno fatto conoscere il Brasserie Chalet Miralago al pubblico target. Un pubblico di 30-45 anni, che ama luoghi tranquilli, fare sport e stare all’aria aperta ma anche, nei fine settimana, ad un pubblico più  “turistico” che cerca un luogo vicino al lago dove mangiare bene e passare dei momenti in tutta tranquillità.
Oltre alla notorietà del locale abbiamo visto crescere nel tempo la fedeltà dei clienti, ma è innegabile che ci siano stati anche momenti difficili che sono stati superati insieme alla proprietà analizzando a fondo la situazione e rispondendo con la soluzione più adeguata.
Questo significa che un buon lavoro di consulenza di web marketing è anche un lavoro di squadra che va fatto in collaborazione con i titolari dell’azienda e che, se ben coordinato, porta sempre a risultati molto importanti.

Filed Under: Marketing locale

Voucher per la digitalizzazione, grande opportunità di finanziamento a fondo perduto

13 Dicembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Era la fine del 2013 quanto sentii parlare per la prima volta di voucher per la digitalizzazione. Da poco il Ministero dello Sviluppo economico aveva deliberato l’adozione di questo intervento di finanziamento a fondo perduto finalizzato all’ammodernamento delle aziende che non avevano investito sufficienti risorse nelle nuove tecnologie. Mancavano però ancora tutti i fondi e una legge di attuazione che determinasse come concedere questi incentivi e per questo abbiamo dovuto attendere il 24 Ottobre del 2017, quando finalmente il tanto aspettato decreto di attuazione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Voucher per la digitalizzazione e finanziamento a fondo perduto

Cos’è il voucher per la digitalizzazione

Il voucher per la digitalizzazione è un finanziamento a fondo perduto indirizzato ad attività economiche che desiderano modernizzarsi investendo sulle nuove tecnologie.
L’importo massimo erogabile è del 50% della spesa sostenuta fino ad un massimo di 10.000 euro. Questo significa che se l’azienda che vuole beneficiare del voucher investe 20.000 euro, ben 10.000 potranno essere rimborsati dal Ministero dell’economia. L’importo totale erogabile, suddiviso per regione, è di 100 milioni di euro suddivisi in questo modo:

  • Piemonte – 7.728.051,34
  • Valle D’Aosta – 226.283,32
  • Lombardia – 15.784.825,34
  • Trentino-Alto Adige – 1.963.323,46
  • Veneto – 8.532.862,46
  • Friuli-Venezia Giulia – 1.801.739,68
  • Liguria – 2.677.407,58
  • Emilia-Romagna – 8.018.024,20
  • Toscana – 6.921.569,81
  • Umbria – 1.582.662,46
  • Marche – 2.983.929,22
  • Lazio – 9.235.642,13
  • Abruzzo – 2.488.320,19
  • Molise – 600.787,08
  • Sardegna – 2.778.176,50
  • Basilicata – 1.018.138,99
  • Campania – 9.120.363,89
  • Calabria – 3.008.266,82
  • Puglia – 6.373.983,59
  • Sicilia – 7.155.641,94

Cosa finanzia il voucher per la digitalizzazione

Le macro categorie di interventi previsti dal voucher per la digitalizzazione sono cinque:

  • Miglioramento dell’efficienza aziendale
  • Miglioramento dell’organizzazione del lavore mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro come ad esempio il telelavoro
  • Sviluppo di soluzioni di e-commerce
  • L’adozione di connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare
  • Realizzazione di interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT

Per quanto riguarda il settore in cui mi muovo i punti di interesse sono sostanzialmente due e cioè quello che riguarda l’efficienza aziendale e l’ecommerce.

Miglioramento dell’efficienza aziendale e voucher per la digitalizzazione

Questa categoria di intervento lascia spazio alla contrattazione di un servizio di consulenza che aiuti il titolare dell’impresa ad avviare e lanciare un’attività utilizzando gli strumenti web. Potrebbe trattarsi del lancio di un ecommerce, ma ache di un’attività più tradizionale che veda il web come strumento principale per la promozione. Infatti la categoria “Miglioramento dell’efficienza aziendale” ha una descrizione che cita testualmente “Hardware, software e servizi di consulenza specialistica” nella quale potrebbe ricadere, a mio parere, la consulenza di web marketing.

Ecommerce e Voucher per la digitalizzazione

Se sei un piccolo imprenditoriale oppure anche un lavoratore autonomo che vuole avviare un ecommerce questa potrebbe essere l’occasione giusta per farlo, visto che il voucher per la digitalizzazione prevede chiaramente il finanziamento del 50% a fondo perduto del costo di una piattaforma di vendita online.

Requisiti per ottenere il voucher per la digitalizzazione

Perché venga riconosciuto il voucher per la digitalizzazione è necessario principalmente essere titolari di una partita iva, essere una micro, piccola o media impresa ed essere iscritti (anche se autonomi) al Registro delle imprese.
Per gli altri criteri, molto più specifici e puntali, rimando alla normativa completa per una verifica.

Come funziona il voucher per la digitalizzazione

La domanda per ottenere il voucher va presentata dal 30 Gennaio al 9 Febbraio 2018, esclusivamente tramite procedura informatica e ha lo scopo di “bloccare” l’importo richiesto che verrà erogato successivamente alla presentazione dei documenti (in pratica fatture e pagamenti) relativi al progetto da finanziare.
Nel caso l’importo totale delle richieste di finanziamento superasse l’importo di 100 milioni di euro messo a disposizione dal Ministero dell’economia, questo verrà suddiviso tra tutte le aziende in modo equo.
Entro sei mesi dalla presentazione della domanda e a progetto concluso, andrà poi richiesto il rimborso del 50% dell’importo presentando una richiesta di erogazione del voucher, sempre tramite modalità informatica.
Nella richiesta si dovrà dichiarare, tra le altre cose, che tutte le spese sono state liquidate e si dovranno presentare una serie di documenti come prova di quanto dichiarato.

Conclusione

Anche se con una gestazione parecchio lunga e tribolata alla fine questo provvedimento è venuto alla luce e potrebbe essere una grande opportunità sia per aziende medio piccole che per lavoratori autonomi che decidano di provare a fare un salto di qualità nella propria professione.
Tra l’altro le modalità di erogazione, almeno sulla carta, sembrano semplici e trasparenti, anche se rimane il dubbio sul numero di domande che verranno presentate e quindi sulla certezza o meno che l’importo finanziato sia effettivamente del 50% oppure inferiore.
Ricordo inoltre che ecommerce non significa solo vendere prodotti fisici, ma anche servizi e che questi possono essere erogati attraverso abbonamento (membership site) invece che tramite vendita saltuaria.
In questo contesto quindi possono usufruire del voucher autonomi o professionisti che prestano consulenze puntuali o continuative oppure realtà che offrono servizi di formazione.
Una grande opportunità quindi da valutare quanto prima perché Gennaio 2018 è orami alle porte.

Se sei interessato al voucher per la digitalizzazione e vuoi ulteriori informazioni non esitare a contattarmi.

Filed Under: Web marketing

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