Consulente web marketing a Vicenza

Roberto Pellizzari

  • Home
  • Chi sono
  • Blog
  • Contattami

Cose da fare nel 2019 per dare maggiore visibilità alla tua attività locale

7 Gennaio 2019 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

E’ pratica ordinaria, per chi gestisce un’attività, tirare le somme dell’anno trascorso e fare programmi per il nuovo che sta arrivando. La visibilità online è sempre più spesso una parte importante di questo processo di miglioramento e crescita aziendale, e anche per le attività locali, cioè quelle aziende che hanno un pubblico geograficamente distribuito nelle immediate vicinanze dell’attività, questa pratica è sempre più comune.
Conoscere quali sono i trend futuri è importante per programmare azioni e destinare il budget necessario a metterle in pratica.
Vediamo quindi quali sono le 6 azioni principali da attivare per avere successo online nel 2019 e descriviamole brevemente:

Maggiore visibilità alle attività locali nel 2019

  • Mobile first
  • Generazione di video
  • Ricerca vocale
  • Generazione di contenuti
  • Stimolare le recensioni e gestirle
  • Creare e gestire una community

Mobile first

Il 60% delle ricerche online sono ormai realizzate utilizzando uno smartphone, con punte del 90% per certe particolari nicchie (ristoranti, hotel, ecc), è quindi necessario che il sito aziendale, a maggior ragione se si tratta di una realtà locale che offre direttamente i propri prodotti/servizi alla sua clientela, sia ottimizzato prima di tutto per il mobile.
Questo significa che tutti gli elementi grafici e testuali del sito dovranno essere facilmente leggibili, utilizzabili e cliccabili dagli utenti smartphone.
Quindi se non hai ancora un sito responsive/mobile first oppure utilizzi una doppia versione del tuo sito aziendale (desktop e smartphone), è arrivato il momento di pensare di mettere in cantiere un nuovo sito web.

Generazione di video

L’80% del traffico online consiste in video. Non solo YouTube, ma anche Facebook, Instagram e altri player del web stanno puntando molto su questo tipo di contenuti. E’ indispensabile quindi iniziare a implementare una strategia di marketing online che preveda una pubblicazione periodica e costante di video.
Un buon consiglio è quindi quello di iniziare a realizzare dei brevi filmati con il proprio smartphone e imparare qualche piccolo trucco di editing, cioè di modifica dei video per dare un taglio più professionale al nostro contenuto.
Lo stesso Youtube ci aiuta in questo mettendo a disposizione gratuitamente dei proprio utenti alcuni strumenti per migliorare il video girato in modo semplice, intuitivo e gratuito.
Quindi ora non hai più scuse, inizia a girare e diventa protagonista del tuo business!

Ricerca vocale

Il 20% delle ricerche realizzate da smartphone sono vocali, gli utenti cioè utilizzano la voce per comunicare con il proprio device quando hanno bisogno di reperire informazioni sul web. iPhone (Siri), Android (Google Now) e Microsoft (Cortana) hanno sviluppato il loro software per comunicare, attraverso la voce, con lo smartphone e stanno implementando questa tecnologia anche nei dispositivi da utilizzare in casa.
La particolarità della ricerca vocale sono i risultati che appaiono a video, che spesso si differenziano notevolmente dalla classica ricerca realizzata utilizzando la tastiera. Nel caso di iPhone ad esempio, i risultati sono la somma di informazioni raccolte da diversi servizi di visibilità locale, non essere presenti in queste directory con la propria attività significa fornire informazioni parziali o addirittura essere invisibili.

Generazione di contenuti

Ogni giorno che passa il marketing è sempre di più “contenuti”. Gli utenti del web sono costantemente bombardati da annunci pubblicitari e hanno ormai sviluppato una sorta di corazza che li difende da quasi ogni tipo di annuncio palesemente pubblicitario, senza contare che molti di loro (in Italia il 17% degli utenti desktop e l’1% degli utenti smartphone) utilizza gli adblocker, dei plugin che si installano sul browser e che impediscono di vedere i banner pubblicitari.
Le persone cercano informazioni sul web, non cercano pubblicità, e se noi siamo in grado di dargli ciò che cercano, cioè risolvere un loro problema, abbiamo buone possibilità che diventino nostri clienti.
Generare contenuti (di valore e interesse) significa produrre con regolarità blog/post (articoli per il nostro sito), post sui social, video, immagini, contenuti audio (podcast o audiolibri), pubblicare libri, ecc.
Chiaramente per ogni tipo di attività ci sono dei contenuti che andranno privilegiati. Se ho un negozio di fiori, video e immagini saranno i contenuti che più verranno apprezzati, ma anche dei post su come conservare i fiori recisi o curare una pianta da appartamento potrebbero diventare dei veicoli che generano e fidelizzano clienti.
Nel caso invece di un personal trainer potrebbe essere interessante produrre, oltre ai contenuti sopra citati, contenuti audio periodici come un podcast, o scrivere un ebook (da inviare gratuitamente a chi si registra alla newsletter) con “i 5 trucchi che nessuno conosce per mantenersi in forma”.

Stimolare le recensioni e gestirle

Prima dell’avvento di internet era difficile trovare informazioni reali su un prodotto, sapere cioè se questo effettivamente funzionava bene oppure era “una sola”. L’unica fonte di informazione che avevamo era la parola del venditore o, se eravamo fortunati, un amico oppure un parente che lo aveva acquistato prima di noi.
Oggi, se desideriamo conoscere l’opinione di altre persone che hanno acquistato un determinato prodotto o servizio, non dobbiamo fare altro che andare sul web e leggere le recensioni lasciate dai clienti che prima di noi lo hanno provato. Da un sondaggio sull’importanza delle recensioni riferito al 2017 emerge che il 68% degli utenti intervistati dichiara che le recensioni online hanno avuto una parte determinante sulla decisione di scegliere un particolare prodotto/servizio piuttosto che un’altro. E’ quindi importante per qualsiasi attività locale stimolare le recensioni dei clienti soddisfatti e gestire (bene) quelle dei clienti insoddisfatti.

Creare e gestire una community

Ottenere l’attenzione di un pubblico interessato ai nostri prodotti/servizi significa comunicare con persone che ci apprezzano e amano quello che facciamo. A questo punto vendere i nostri prodotti a questo tipo di pubblico sarà molto più facile che proporlo ad utenti con i quali non abbiamo mai avuto nessun tipo di rapporto.
Una community si crea generando contenuti gratuiti e di valore che possiamo fornire in cambio di una email o un numero di telefono, oppure creando contenuti audio o video periodici in modo da fidelizzare il nostro pubblico al quale potremmo comunicare successivamente le nostre proposte commerciali contatto sulla loro attenzione.
Tutto questo funziona se alle spalle c’è una strategia, una programmazione chiara e obiettivi ben definiti, oltre che un impegno costante che non deve venire meno nemmeno nei momenti difficili.

Conclusioni

Il 2019 sarà un anno di grandi opportunità per le attività locali, è però necessario un cambio di chip da parte degli esercenti che devono vedere il web non come un’ultima possibilità di salvezza ma un mezzo che va a complementare il lavoro qualitativo che già viene realizzato off line. E’ inutile investire migliaia di euro in una strategia online, sito web  e presenza sui social quando il prodotto/servizio che si offre non è all’altezza delle aspettative dei clienti, è necessario partire dalle basi e costruire un progetto che coinvolga totalmente l’attività e chi ci lavora.
Abbondante 2019 a tutti!

Filed Under: Local seo, Marketing locale, Web marketing

Ottimizzare Instagram per la local seo

17 Maggio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

E’ possibile ottimizzare Instagram per la local seo? In questo post vedremo quali non le pratiche che possiamo utilizzare e quali sono gli effettivi vantaggi.

La storia di Instagram

A ben vedere la storia di Instagram è abbastanza breve. Nasce infatti nel 201o da un’idea di due sviluppatori di software che all’inizio volevano creare un social sulla falsariga di Facebook, Si accorgono però ben presto che i loro utenti utilizzano soprattutto le immagini, e quindi decidono di togliere le funzionalità di troppo per concentrarsi solo su quest’ultime.
Inizialmente Instagram viene sviluppato per iOS (iPhone per intenderci), per vedere una versione per Android dobbiamo aspettare il 2012, quando Facebook decide di acquistare Instagram per 1 miliardo di dollari, e quindi di sviluppare la versione Android, Windows Phone e infine anche quella per Windows 10 mobile.

Il profilo e la pagina business secondo Instagram

Inizialmente Instagram era stato pensato per un utilizzo personale, dove per registrarsi si inseriva il nome e cognome dell’utente e un’immagine del proprio profilo. La versione business arriva infatti solo nel 2016 dopo che ci si è resi conto che Instagram viene sempre più considerato dalle aziende un importante canale di comunicazione per proporre i propri servizi/prodotti e fare brand awareness.

Ottimizzare Instagram per la local seo

All’atto di registrarsi su Instagram non è possibile scegliere tra l’opzione profilo e quella business, ma è necessario attivare il proprio account come profilo personale per passare successivamente alla versione business.
Per fare questa operazione occorre andare su “Impostazioni” e poi su “Passa a un profilo aziendale”. A questo punto ci verrà richiesto di collegare obbligatoriamente il profilo aziendale Instagram alla propria pagina Facebook. Questa operazione ti darà poi modo di utilizzare anche la piattaforma pubblicitaria Facebook ads per promuovere i post a pagamento.

Una volta attivato il profilo aziendale dobbiamo ottimizzarlo, per farlo abbiamo pochi elementi su cui lavorare e dobbiamo quindi essere molto efficaci.
Scegliamo come immagine del nostro profilo Instagram un’immagine che ci rappresenti, il logo ad esempio, e cerchiamo di adattarlo alle struttura di Instagram pensando al fatto che gli utenti utilizzano questo social quasi esclusivamente da mobile.
Per la biografia abbiamo a disposizione solo 150 caratteri e dovremmo quindi ottimizzarli al meglio.
Scriviamo innanzitutto cosa facciamo e una chiamata all’azione, aggiungiamo un hashtag personalizzato (l’hashtag che mi riconosce come azienda), una mail oppure un telefono, e il link al sito utilizzando i servizi per ridurre la lunghezza de link come ad esempio bit.ly.
Utilizziamo anche degli emoji che catturino l’attenzione dell’utente. Questa operazione possiamo anche farla da desktop, collegandoci alla pagina web di Instagram.

I contenuti per Instagram

Instagram permette di pubblicare sostanzialmente due tipi di contenuti, le immagini e i video.
Le prime, fin dagli albori di Instagram, sono stati caratterizzati dai filtri fotografici che rendono le immagini più “professionali” e accattivanti. Ma ci sono comunque delle piccole utili regole da seguire per produrre delle immagini di valore senza comunque scomodare un fotografo professionista.
Innanzitutto cerchiamo un nostro stile, una inquadratura particolare che faccia riconoscere il nostro feed di contenuti al primo sguardo. Anche per quanto riguarda i filtri cerchiamo di utilizzare sempre lo stesso, o comunque non discostiamoci troppo dal nostro stile per non alterare il feed (la schermata con tutte le immagini) e renderlo in questo modo discontinuo.

I video sono importanti, ed è attualmente il tipo di contenuto che, in generale, genera maggiore interesse e quindi reazioni da parte del nostro pubblico. Su Instagram abbiamo la possibilità di pubblicare video che possono durare fino a 60 secondi, un tempo più che sufficiente per trasmettere un buon messaggio senza annoiare chi lo riceve.
Per realizzare i video di Instagram teniamo  il nostro smartphone in verticale quando facciamo la ripresa e ricordiamoci che la maggior parte degli utenti non ascolterà l’audio (85% circa non attiva l’audio sul proprio smartphone quando visualizza un video), cerchiamo quindi di trasmettere il messaggio attraverso le immagini ed eventualmente inseriamo dei testi per essere più chiari. Anche per i video, ad arricchimento del messaggio, possiamo aggiungere testo e hashtag.

Da agosto del 2016 Instagram ha introdotto le Stories. Questo formato di contenuti, che hanno una durata di 24h (poi spariscono), possono essere foto oppure video e raccontano un momento, una storia appunto, che può essere condivisa con gli altri utenti e che può generare interazioni.
Anche in questo caso si consiglia di trovare un proprio stile per raccontarsi, e di dare fondo alla propria creatività per cercare di colpire l’utente e rimanere impresso nella sua memoria.

Utilizzo degli hashtag per Instagram

Gli hashtag (es. #fruttadistagione) sono un’etichetta che serve ad organizzare i contenuti. Cliccando sull’hashtag si ottiene come risultato tutti i post che lo utilizzano e che quindi parlano di quell’argomento. Una sorta di keyword utilizzata però non nei motori di ricerca, ma nei social e in particolare su Instagram.
Gli hashtag su instagram sono il miglior modo per aumentare i followers della pagina, un utilizzo intelligente di questo strumento permettere di diffondere il tuo marchio (fare brand awareness) e catturare l’attenzione di pubblico interessato al nostro prodotto/servizio.
Un post, sia un’immagine che un video, dovrebbe sempre avere un testo e degli hashtag specifici per l’argomento che stiamo trattando. Per capire quali hashtag riscuotono più successo nel nostro settore, basta andare a vedere quali utilizzano i nostri competitors e aggiungere, nel caso di attività locali, altri hashtag che geolocalizzino il nostro post come ad esempio #vicenza, #padova, #verona, ecc.
Inoltre su Instagram è possibile aggiungere il luogo dello scatto basta solo, prima della pubblicazione, scegliere il luogo dall’apposita sezione “aggiungi luogo” e geolocalizzare in questo modo la nostra immagine.

Come ottimizzare Instagram per la local seo

Per quanto riguarda l’ottimizzazione di questo social e in particolare lato local seo, non c’è molto da dire. Tutto il lavoro si concentra sul profilo proprio come abbiamo visto sopra, e sul fatto di dare informazioni chiare e di valore a chi ci segue.
Se andiamo a vedere i fattori di ranking pubblicati da MOZ, i social network influiscono solo per il 4% sul posizionamento totale, e buona parte di questa percentuale dipende dall’engagement che riusciamo a generare piuttosto che dalla configurazione della nostra pagina o profilo.
Quindi l’obiettivo principale per la strategia di visibilità online per la nostra attività locale attraverso i social network, deve essere quella di creare contenuti di valore che interessino veramente l’utente e che lo fidelizzino. In questo modo aumenteremo le possibilità che il like sul post si trasformi in una visita nel nostro punto vendita fisico.

Filed Under: Local seo, Web marketing

Local seo, ordine e pulizia tra le directory

4 Aprile 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Da quanto esiste internet esistono le directory; infiniti contenitori di dati dove le informazioni sono suddivise per categorie. Quelle più conosciute e diffuse sono le directory commerciali, che permettono di cercare un’attività per nome, luogo oppure categoria.
Tra le più famose ci sono certamente paginegialle.it, ma il web è costellato di realtà minori che contribuiscono anch’esse a popolarlo di informazioni più o meno complete ed esatte.

Local seo directory

Quando ricerchiamo su Google un’attività commerciale per ragione sociale, è abbastanza comune che questa ci appaia più volte nei risultati. Normalmente vediamo la scheda local di Google My Business, la pagina Facebook, il sito web ma anche altri risultati che ci rimandano ad una scheda attività che fa parte di un elenco di aziende; le directory commerciali.

  • Reteimprese.it
  • Imprese-it.com
  • Infobel.com
  • Overplace.com
  • Aziendit.com
  • Telefono-societa.it

e molte altre, sono le directory commerciali che popolano il web e dove la nostra attività può comparire.

Questo tipo di siti, a livello di visibilità organica, non sono particolarmente forti, e non è facile vedere apparire un’attività nei risultati delle ricerche semplicemente digitando una parola chiave collegata ad un prodotto o servizio proposto dall’attività stessa. Queste directory non hanno nemmeno un pubblico che le utilizza direttamente per la ricerca di attività, come può essere per Pagine Gialle, e raramente dispongono di un’app che aiuti a migliorare l’esperienza dell’utente da mobile.
In ogni caso essere presenti in queste directory è importante, perché contribuiscono comunque a rinforzare la visibilità online dell’azienda e generano dei back link verso il sito web aziendale che aumentano il livello di congruenza delle informazioni che pubblichiamo sul web.

Quando inizio a lavorare con un cliente innanzitutto verifico la sua situazione a livello di “listing”, controllo cioè dove e in che modo è citato nelle differenti directory e comincio a fare “pulizia” immediatamente visto che si tratta di un lavoro abbastanza lungo e tedioso. Normalmente più anzianità ha l’azienda sul web e più sono i siti in cui è presente, di conseguenza le possibilità che i dati pubblicati siano errati aumentano. Spesso gli errori riguardano la ragione sociale, l’indirizzo oppure il numero di telefono, ma anche la categoria merceologica che a volte appare completamente diversa dal settore in cui opera in realtà l’azienda.

Per capire in quali directory la nostra attività è presente, basta digitare la ragione sociale seguita dal luogo. Nella foto di seguito ho digitato semplicemente “fast foto san bonifacio”, e questo e quanto appare nella prima pagina dei risultati.

Inizia così il lavoro di “listing”, creando un documento elettronico su Google Drive, o su Excel se volete, dove inserire il link alla scheda dell’attività, un campo user, una password e uno per le note.
Il campo note servirà a ricordarvi a che punto è la richiesta di modifica dei dati, visto che capita che passino parecchi giorni dalla richiesta di modifica alla soluzione concreta del problema.
Quasi sempre è possibile modificare almeno alcuni dei dati pubblicati, con solo alcune eccezioni che non permettono magari di modificare la ragione sociale se non a pagamento.
Di norma seguo una semplice regola; se non è possibile modificare i dati come richiesto chiedo la cancellazione dell’attività dal database.
Purtroppo mi è capitato a volte che la cancellazione non sia possibile perché la directory in questione non è più attiva e quindi dall’altra parte non c’è più nessuno che risponde alle mail dei clienti, oppure addirittura non esiste una modalità per contattare gli amministratori della directory.

Buon lavoro!

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Strategie di fidelizzazione del cliente in negozio

28 Febbraio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Sentiamo spesso pronunciare il termine fidelizzazione, ma cosa significa effettivamente questa parola?
Il dizionario Garzanti ci restituisce la seguente definizione:

“Adottare una strategia di marketing che induca il cliente o il consumatore a restare fedele a un prodotto”.

A mio parere invece la fidelizzazione è una strategia di marketing orientata a soddisfare il cliente, che porta a dei risultati apprezzabili nel medio/lungo termine.

Normalmente quando sentiamo fidelizzazione ci vengono in mente le classiche “Fidelity card” e le raccolte punti dei supermercati o delle catene di negozio.
Effettivamente per decenni la fidelizzazione è stata in pratica solo questo, anche perché i mezzi a disposizione per comunicare con la clientela erano limitati. La fidelity card, strumento di fidelizzazione nato negli anni 80, era il modo più facile e accessibile per mantenere il cliente fedele all’insegna. Il funzionamento era ed è semplice, in cambio dei punti ricevuti ad ogni acquisto, si ha accesso ad una serie di regali, buoni sconto, ecc. a seconda del numero di punti accumulato.
Il tempo è passato e le tecnologie si sono evolute e migliorate, ora le fidelity card sono ben più di un semplice pezzo di plastica da mettere nel portafogli. Grazie ai numerosi dati che vengono raccolti sulle abitudini di acquisto del cliente e all’incrocio di quest’ultimi con le sua informazioni personali, il potenziale di queste card è diventato enorme.
Purtroppo è anche vero che queste informazioni spesso vengono sotto utilizzate oppure usate male da chi eroga la card, ma comunque è solo questione di tempo, prima o ci arriverà la spesa a casa senza nemmeno ordinarla, sarà un algoritmo a farlo per noi.

Strategie di fidelizzazione del cliente in negozio

Attivare un sistema di fidelity card per una piccola attività sarebbe costoso e complicato, e probabilmente non darebbe i risultati attesi, meglio quindi affidarsi ad altri strumenti, primo tra tutti il web che è gratis, o comunque a basso costo.
Sostanzialmente abbiamo tre modalità per fidelizzare i nostri clienti e queste sono:

  • Il numero di telefono mobile
  • L’indirizzo email
  • I social network

Raccolta delle informazioni e consenso all’utilizzo dei dati personali

Il metodo più semplice per raccogliere i dati di contatto dei clienti consiste nel chiederli direttamente al cliente facendogli compilare una cartolina.
Quest’ultima dovrà essere di buona fattura e curata nella grafica, e i dati richiesti essenziali. Nome, cognome, cellulare, email e cap sono più che sufficienti per il nostro scopo, età e genere li possiamo dedurre ed aggiungere noi in un secondo momento se siamo un piccolo negozio. Sulla cartolina dovrà essere riportato in modo chiaro il motivo per la quale si richiede la compilazione e che dovrà sempre essere a favore del cliente (buoni sconti personalizzati, offerte esclusive, novità, ecc.).
Il tempo richiesto per compilarla non dovrà essere superiore ai 25-30 secondi ed è importante proporre al cliente di farlo prima di iniziare a battere lo scontrino in modo da evitare scuse (non ho tempo, sono di fretta, lo farò la prossima volta, ecc.). In questo modo il cliente riempirà l’attesa e ci rilascerà più volentieri le sue informazioni personali.

Come utilizzare il numero mobile del cliente

Oggi, grazie alla diffusione della messaggeria istantanea, abbiamo due possibilità di contattare il cliente una volta che otteniamo il suo numero di cellulare, via WhatsApp oppure tramite l’invio del classico sms.
Ricerche effettuate in questo campo hanno rilevato che gli utenti ritengono l’sms più affidabile e che la comunicazione tramite questo protocollo viene percepita come istituzionale, mentre la seconda meno “seria” e più ludica. Tutto questo è confermato dal fatto che l’sms ha un tasso di apertura del 98%!
A parte queste considerazioni, ritengo che molto dipenda da l nostro target, se variegato e “maturo” meglio optare per l’invio di sms, più “rigidi” nella lunghezza del messaggio e negli allegati ma più efficaci, se invece abbiamo una clientela tendente al “giovane” il messaggio WhatsApp verrà sicuramente apprezzato e questo ci darà la possibilità di giocare con allegati multimediali per arricchirlo e renderlo maggiormente efficace.

Invio tramite sms

Per inviare sms in modo facile possiamo utilizzare delle piattaforme di invio di sms che permettono, tra le altre cose, di programmare l’invio del messaggio, personalizzare il mittente, ricevere una notifica di lettura, leggere statistiche, ecc.
Il principale vantaggio di questo tipo di servizio è che tutto avviene da pc e che quindi non abbiamo la limitazione dello schermo e della tastiera del nostro smartphone che alla lunga potrebbe diventare un grosso limite.

Invio tramite WhatsApp

WhatsApp è il sistema di messaggistica istantaneo più diffuso al mondo, non è certo il migliore (Telegram lo batte alla grande), ma è installato in praticamente tutti gli smartphone, almeno in Italia.
I vantaggi principali di questa piattaforma di messaggistica sono:

  • E’ molto diffuso
  • E’ gratuito
  • Permette l’invio di qualsiasi tipi di file multimediale

Inoltre WhatsApp si può utilizzare da computer attraverso la versione web oppure scaricando il software disponibile per Mac e pc. Queste versioni di Whatsapp, pur essendo molto comode, hanno lo svantaggio di essere comunque dipendenti dal nostro smartphone, che deve essere collegato (tramite rete 3G o Wifi) al nostro computer poter per funzionare.

Tipo e frequenza dei messaggi

Qui è il buon senso che la fa da padrone. Dobbiamo cercare di metterci nei panni dei nostri clienti e creare una programmazione che non sia percepita come fastidiosa e pressante. Un messaggio ogni due settimane potrebbe già essere un buon compromesso, a patto che sia veramente utile e vantaggioso per il cliente. Un buono sconto personalizzato, la comunicazione dell’inizio dei saldi con sconti dedicate agli iscritti alla lista, l’arrivo di un nuovo prodotto tanto atteso, ecc. Devono essere questi i messaggi da inviare se non vogliamo vedere la nostra lista assottigliarsi ad ogni invio.

Come utilizzare l’indirizzo email del cliente

La newsletter non è ancora morta, anzi gode di buona salute. Un messaggio promozionale, quando ben realizzato, ha ancora tassi di apertura interessanti, ben più alti di qualsiasi campagna di advertising realizzata utilizzando piattaforme pubblicitarie come Google Adwords o Facebook Ads. Quindi una buona lista di email ha un valore importante, anche se costa tempo e impegno ottenerla.

Tipo e frequenza di newsletter

Anche in questo caso i messaggi inviati non dovrebbero essere mai troppo ravvicinati tra loro e di poco valore percepito per il cliente. Raccomandabile che ogni mail inviata sia personalizzata con il nome del cliente e che il suo contenuto sia veramente di interesse. Sconti dedicati agli iscritti alla newsletter, pre saldi solo per i clienti, offerte, ecc. possono essere gli argomenti da comunicare tramite questo mezzo. Eventuali comunicazioni di servizio come aperture straordinarie, chiusure, cambio orari, ecc. possono essere aggiunti al messaggio principale ma non dovrebbero essere mai l’argomento della newsletter.

Gli strumenti per l’invio della newsletter

Gli strumenti per inviare newsletter alla nostra clientela sono tanti, tra tutti citerò il conosciuto Mailchimp. Questa piattaforma permette di inviare gratuitamente fino a 12.000 mail al mese a 2000 iscritti, numeri più che sufficienti per testare lo strumento. I clienti possono essere suddivisi per liste a seconda della tipologia di cliente. Nel caso di un negozio di abbigliamento potremmo suddividere per genere ed età ad esempio, mentre per un negozio di articoli sportivi segmenteremo per tipo di sport praticato. Un semplice editor “drag&drop” ci supporta nella realizzazione grafica della newsletter, ma possiamo utilizzare anche alcuni template gratuiti già preimpostati. A proposito di grafica c’è da dire che, se non siamo molto creativi, forse ci conviene optare per delle newsletter testuali che, se ben studiate nei contenuti, sortiscono lo stesso effetto di una buona newsletter realizzata in modalità grafica.
Da evitare assolutamente l’invio della newsletter da client di posta (programmi come Thunderbird, Outlook, Mail, Gmail, ecc.) con il classico ccn o, peggio ancora cc, come mi è capitato di vedere spesso. Inviare massivamente dal proprio client di posta significa incorrere in problemi con il proprio provider (gestore del dominio e della mail), senza contare poi che il nostro messaggio andrà a finire inesorabilmente nella cartella della posta indesiderata del nostro cliente e che quindi non potrà leggere la nostra newsletter.

Come utilizzare i social network

Idolatrati da tutti, oggi i social network non hanno più l’efficacia di un tempo. In particolare Facebook ha ridotto piano piano la sua portata e ora, con i cambi continui di algoritmo e l’accesso alla piattaforma pubblicitaria ormai alla portata di tutti, hanno aumentato il “rumore” all’interno dei social riducendo pesantemente l’efficacia delle campagne pubblicitarie. Proprio in questi giorni il ceo di Facebook, Mark  Zuckerberg, ha annunciato nuovi cambiamenti che dovrebbero fare un po’ di selezione tra gli inserzionisti della piattaforma e migliorare la qualità delle informazioni che gli utenti visualizzano nella loro bacheca.
Ciò non toglie che Facebook sia il social più popolare in assoluto e che oltre il 95% degli italiani che si collegano a internet abbiano un profilo Facebook.
Una buona campagna di “reclutamento” di nuovi fans inizia invitando i nostri amici a mettere mi piace sulla nostra pagina Facebook aziendale, oltre che promuovendola attraverso i canali di comunicazione che utilizziamo abitualmente. Un collegamento alla pagina Facebook aziendale dovrebbe essere sempre presente sul sito web, sulla firma delle email e su tutta la comunicazione stampata (biglietti da visita, brochure, carta intestata, fatture, pubblicità, ecc.). Inoltre, se si hanno una o più sedi aperte al pubblico, sarebbe buona cosa creare uno stampato da esporre in bella vista, magari con qr-code, dove si invita a mettere mi piace sulla nostra pagina.

Conclusioni

Quelli sopra citati sono solo spunti e idee per fidelizzare la propria clientela. L’argomento è così vasto che richiederebbe un post o addirittura un libro per ogni singolo canale di comunicazione citato. Fantasia e buon senso possono fare molto nel momento in cui prendiamo coscienza che fidelizzare significa aprire un canale di comunicazione con i nostri clienti.
Ricordiamoci però che la costanza paga sempre e che alla lunga il data base creato potrebbe fare una differenza notevole per il buon proseguimento della nostra attività se lo sapremo usare bene.

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Piccolo commerciante contro grandi catene di negozi

20 Febbraio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Oggi più che mai il futuro del commercio al dettaglio si gioca a colpi di strategie di marketing e in questo, a trarne beneficio, sono senza dubbio le grandi realtà commerciali, che con la loro presenza capillare sul territorio, le costose campagne pubblicitarie sui mezzi di comunicazione, e una sempre maggiore presenza online, rendono la vita sempre più difficile al negozio indipendente.

Piccolo commerciante contro grandi catene di negozi

Queste grandi realtà dispongono di un ufficio marketing che attua strategie che poi vengono applicate mettendo in campo specialisti di ogni settore. Le campagne vengono seguite, analizzate e corrette a seconda dell’andamento e dell’avvicinamento o meno all’obiettivo fissato in fase di definizione della strategia.
Art director, designer, web marketer, web designer, ecommerce specialist, specialisti seo e sem, social media manager, ecc. scendono in campo per sfruttare al meglio le potenzialità dei canali scelti per comunicare con il pubblico target dell’azienda. Come può fare quindi il gestore di una piccola attività commerciale per riuscire a lottare ad armi pari con aziende così strutturate e potenti?
Come prima cosa deve innanzitutto vincere la paura dell’online che molti gestori di attività locali hanno e capirne a fondo le vere potenzialità leggendo, informandosi o comunque facendosi consigliare o guidare da persone esperte di questo settore.
La seconda cosa da fare è applicare con costanza tecniche di fidelizzazione della propria clientela in modo da poterla raggiungere quando questa non è nel negozio e poterla così invitare a tornare.

Non avere paura del web e vederlo come un alleato

Non serve essere un esperto di web marketing per utilizzare internet a proprio favore. Le regole di base per sfruttarlo al meglio non sono molte alla fine, e la maggior parte di queste possono essere messe in atto da chiunque abbia voglia e costanza per applicarle. In rete abbondano le informazioni su strategie, tecniche  e strumenti di web marketing, al punto tale che questa grande mole di informazioni può rendere complicato orientarsi.
E’ infatti difficile trovare una guida che dia indicazioni precise su come muoversi online e dove focalizzare la propria attenzione per ottenere risultati.
A tale proposito ti propongo un libro che ho scritto proprio per orientare i titolari di attività commerciali, dove spiego le 10 chiavi pratiche da applicare per trovare nuovi clienti e fidelizzarli. Le tecniche proposte sono alla portata di tutti e se applicate con costanza possono portare risultati fin da subito ad un’attività. Il libro è disponibile in versione ebook e cartaceo.

Fidelizzare, il mantra del commerciante

Internet e la diffusione dello smartphone hanno portato con se tanti cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e un grande vantaggio per le attività commerciali, perché oggi hanno la possibilità di poter comunicare con lui anche quando questi non si trova fisicamente nel negozio.
Sms, mail, WhatsApp, Messenger, Facebook, Instagram, App e messaggi push, ecc. questi ed altri sono i modi per comunicare direttamente con il nostro cliente per avvisarlo che ci sono novità, offerte, sconti e invitarlo a venirci a trovare.
La fidelizzazione del cliente non si ottiene da un giorno all’altro, è un processo lento che premia la costanza e in cui bisogna credere anche quando i risultati non arrivano. Ma, se ben realizzato, alla fine diventa una grande risorsa che può perfino decidere le sorti di un’attività commerciale.

Conclusioni

Il futuro delle attività commerciali è nelle mani di chi le gestisce. Pensare di attendere che le cose cambino e tornino ad essere come prima è inutile e pericoloso. La tecnologia negli ultimi vent’anni ha cambiato profondamente il processo di acquisto del consumatore e molte realtà, anche importanti, non sono riuscite a rimanere al passo. E’ una sfida difficile quella che il commercio tradizionale deve affrontare, ma è anche una grande opportunità che va sfruttata al meglio.

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Cinque azioni local SEO da fare assolutamente nel 2018

1 Gennaio 2018 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Inizia un nuovo anno e anche la corsa ai buoni propositi che, come spesso accade, troppo spesso vengono disattesi. Come sempre ci facciamo sopraffare dagli eventi, dalle cose urgenti, relegando quelle importanti in secondo piano e dimenticandocene da lì a poco.

In questo post ti propongo cinque azioni local SEO da fare assolutamente nel 2018 per dare la massima visibilità alla tua attività locale, sia essa un ristorante, un bar, un negozio o l’attività di un professionista o un artigiano.

Local seo 2018

Inserire la mia attività in Google My Business

Non ci sono scuse, se hai un’attività locale devi assolutamente essere presente in Google My Business con la tua scheda local. Il 98% degli italiani utilizza Google per fare le proprie ricerche e le schede local sono i secondi risultati che appaiono dopo gli annunci a pagamento di Google Adwords e sono gratuite.

E’ quindi imprescindibile esserci con una scheda rivendicata (che puoi cioè modificare autonomamente)  e ottimizzata. Le schede local forniscono ai nostri possibili clienti tutte le informazioni che cercano e vanno quindi sempre aggiornate con turni di chiusura, orari, aperture e chiusure straordinarie, informazioni di contatto e ora anche con le ultime novità, attraverso la possibilità di pubblicare post che è stata introdotta a metà del 2017.
Ecco altri post dove parlo della gestione della scheda Google My Business:

  • Cos’è Google My Business e perchè dobbiamo esserci
  • Come ottimizzare Google My Business e trovare nuovi clienti
  • Come leggere le statistiche di Google My Business
  • Come gestire più sedi con Google My Business
  • Gestire le recensioni in Google My Business
  • Cancellare schede duplicate di Google My Business

Creare un sito web ottimizzato per la local SEO

Oggi un’attività locale, qualsiasi essa sia, non può delegare la propria visibilità online a terze parti come social network (Facebook , Instagram, ecc.) o altre piattaforme di visibilità web, deve assolutamente avere un proprio sito internet, unico strumento veramente di proprietà dell’attività.

Un buon sito per un’attività local deve essere ben realizzato e possedere determinate caratteristiche per essere trovato con facilità da chi cerca un’attività come la nostra. L’obiettivo è semplice, essere visibili nella prima pagina delle ricerche di Google quando un utente fa una ricerca utilizzando le parole chiavi “categoria+località” oppure altre parole chiavi precedentemente selezionate attraverso una approfondita analisi.
Qui trovi un post dove spiego dettagliatamente quali caratteristiche deve avere un sito web ottimizzato per la local seo.

Inserire la mia attività in Pagine Gialle gratuitamente

Pagine Gialle è una delle directory commerciali (elenco di aziende) più vecchia e conosciuta in Italia. Da oltre 40 anni viene distribuita in versione cartacea a tutti gli abbonati Telecom anche se la concorrenza di internet prima e Google poi, hanno minato profondamente la sua autorevolezza.
In ogni caso sono 4,5 milioni gli utenti che accedono al portale o all’app Pagine Gialle ogni giorno e non essere presenti nel suo database sarebbe veramente un peccato. Probabilmente, se hai un’attività locale, avrai avuto qualche esperienza con la forza vendite che si occupa di vendere i servizi proposti da questa directory e l’esperienza potrebbe non essere stata dalle migliori.

Sappi però che non è necessario sottoscrivere per forza un contratto con Italia Online per essere presenti con la tua azienda in Pagine Gialle ma che lo puoi fare gratuitamente seguendo le semplici istruzioni che troverai in questo post dove spiego come inserire gratuitamente la propria attività in Pagine Gialle.

Inserire la mia attività su Facebook creando una Pagina aziendale

Sono molte ormai le attività locali che dispongono di una pagina Facebook più o meno aggiornata. E’ infatti questo uno dei problemi della presenza sui social di un’attività locale; l’aggiornamento regolare della pagina.

Oltre però alla periodicità dei contenuti e alla coerenza degli stessi, ci sono altri piccoli trucchi di cui dobbiamo tenere conto se vogliamo ottenere visibilità attraverso Facebook anche sui risultati dei motori di ricerca. Con questo intendo dire che il link alla nostra pagina Facebook può essere visualizzato su Google quando un utente cerca “categoria+località”, aumentando così le possibilità che ci contatti.

Per rendere questo possibile è fondamentale l’ottimizzazione della sezione dedicata alle informazioni della nostra pagina e in particolare la scelta delle categorie e la descrizione dei prodotti/servizi che offriamo. Entrambe le sezioni dovrebbero infatti contenere le parole chiavi che ci interessano e con le quali vogliamo farci trovare dai nostri possibili clienti. A breve realizzerò un post dove spiego dettagliatamente come va ottimizzata una pagina Facebook aziendale per apparire nei risultati di Google,     [spu popup=”1839″]iscriviti alla newsletter[/spu] per rimanere informato.

Inserire la mia attività su Tripadvisor

Se ci occupiamo di ospitalità o ristorazione la presenza della nostra attività su questa piattaforma è praticamente d’obbligo. Se non lo facciamo noi ci sarà, prima o poi, qualcuno che ci inserirà e ci ritroveremo così a dover gestire, lo vogliamo o meno, le recensioni dei clienti. Tripadvisor non è solo hotel e ristoranti, infatti nella categoria “cose da fare” posono essere inserite anche tipologie di attività come bar o locali legati al divertimento oppure al turismo. Potrebbe quindi trovare spazio anche un negozio di abbigliamento, se questo si trova in una zona turistica.

Per apparire nei risultati di ricerca di Google con la propria attività inserita in Tripadvisor non si deve fare nulla di particolare. Non esistono trucchi o segreti, basta solo seguire le indicazioni della piattaforma al momento dell’inserimento o durante l’ottimizzazione della scheda aziendale.
In questo post spiego come inserire un bar in TripAdvisor, ma le regole valgono per qualsiasi tipo di attività.

Conclusioni

Sono ancora troppe le attività locali che non sfruttano appieno internet per ottenere visibilità online. Forse per una conoscenza scarsa del web, per esperienze passate non molto positive o semplicemente perché scoraggiati da una situazione generale difficile, rinunciano a questa grande opportunità e avviano di tanto in tanto azioni di marketing off line delle quali già si conoscono i risultati che porteranno.
Un buon consulente di web marketing, con un investimento decisamente sostenibile, può cambiare le sorti di un’attività locale attraverso un lavoro di consulenza che preveda le classiche fasi di analisi, una strategica e una operativa.
Se hai un’attività locale e desideri un’analisi gratuita contattami, questo è il momento giusto per farlo.
Buon 2018!

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Voucher per la digitalizzazione, grande opportunità di finanziamento a fondo perduto

13 Dicembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Era la fine del 2013 quanto sentii parlare per la prima volta di voucher per la digitalizzazione. Da poco il Ministero dello Sviluppo economico aveva deliberato l’adozione di questo intervento di finanziamento a fondo perduto finalizzato all’ammodernamento delle aziende che non avevano investito sufficienti risorse nelle nuove tecnologie. Mancavano però ancora tutti i fondi e una legge di attuazione che determinasse come concedere questi incentivi e per questo abbiamo dovuto attendere il 24 Ottobre del 2017, quando finalmente il tanto aspettato decreto di attuazione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Voucher per la digitalizzazione e finanziamento a fondo perduto

Cos’è il voucher per la digitalizzazione

Il voucher per la digitalizzazione è un finanziamento a fondo perduto indirizzato ad attività economiche che desiderano modernizzarsi investendo sulle nuove tecnologie.
L’importo massimo erogabile è del 50% della spesa sostenuta fino ad un massimo di 10.000 euro. Questo significa che se l’azienda che vuole beneficiare del voucher investe 20.000 euro, ben 10.000 potranno essere rimborsati dal Ministero dell’economia. L’importo totale erogabile, suddiviso per regione, è di 100 milioni di euro suddivisi in questo modo:

  • Piemonte – 7.728.051,34
  • Valle D’Aosta – 226.283,32
  • Lombardia – 15.784.825,34
  • Trentino-Alto Adige – 1.963.323,46
  • Veneto – 8.532.862,46
  • Friuli-Venezia Giulia – 1.801.739,68
  • Liguria – 2.677.407,58
  • Emilia-Romagna – 8.018.024,20
  • Toscana – 6.921.569,81
  • Umbria – 1.582.662,46
  • Marche – 2.983.929,22
  • Lazio – 9.235.642,13
  • Abruzzo – 2.488.320,19
  • Molise – 600.787,08
  • Sardegna – 2.778.176,50
  • Basilicata – 1.018.138,99
  • Campania – 9.120.363,89
  • Calabria – 3.008.266,82
  • Puglia – 6.373.983,59
  • Sicilia – 7.155.641,94

Cosa finanzia il voucher per la digitalizzazione

Le macro categorie di interventi previsti dal voucher per la digitalizzazione sono cinque:

  • Miglioramento dell’efficienza aziendale
  • Miglioramento dell’organizzazione del lavore mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro come ad esempio il telelavoro
  • Sviluppo di soluzioni di e-commerce
  • L’adozione di connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare
  • Realizzazione di interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT

Per quanto riguarda il settore in cui mi muovo i punti di interesse sono sostanzialmente due e cioè quello che riguarda l’efficienza aziendale e l’ecommerce.

Miglioramento dell’efficienza aziendale e voucher per la digitalizzazione

Questa categoria di intervento lascia spazio alla contrattazione di un servizio di consulenza che aiuti il titolare dell’impresa ad avviare e lanciare un’attività utilizzando gli strumenti web. Potrebbe trattarsi del lancio di un ecommerce, ma ache di un’attività più tradizionale che veda il web come strumento principale per la promozione. Infatti la categoria “Miglioramento dell’efficienza aziendale” ha una descrizione che cita testualmente “Hardware, software e servizi di consulenza specialistica” nella quale potrebbe ricadere, a mio parere, la consulenza di web marketing.

Ecommerce e Voucher per la digitalizzazione

Se sei un piccolo imprenditoriale oppure anche un lavoratore autonomo che vuole avviare un ecommerce questa potrebbe essere l’occasione giusta per farlo, visto che il voucher per la digitalizzazione prevede chiaramente il finanziamento del 50% a fondo perduto del costo di una piattaforma di vendita online.

Requisiti per ottenere il voucher per la digitalizzazione

Perché venga riconosciuto il voucher per la digitalizzazione è necessario principalmente essere titolari di una partita iva, essere una micro, piccola o media impresa ed essere iscritti (anche se autonomi) al Registro delle imprese.
Per gli altri criteri, molto più specifici e puntali, rimando alla normativa completa per una verifica.

Come funziona il voucher per la digitalizzazione

La domanda per ottenere il voucher va presentata dal 30 Gennaio al 9 Febbraio 2018, esclusivamente tramite procedura informatica e ha lo scopo di “bloccare” l’importo richiesto che verrà erogato successivamente alla presentazione dei documenti (in pratica fatture e pagamenti) relativi al progetto da finanziare.
Nel caso l’importo totale delle richieste di finanziamento superasse l’importo di 100 milioni di euro messo a disposizione dal Ministero dell’economia, questo verrà suddiviso tra tutte le aziende in modo equo.
Entro sei mesi dalla presentazione della domanda e a progetto concluso, andrà poi richiesto il rimborso del 50% dell’importo presentando una richiesta di erogazione del voucher, sempre tramite modalità informatica.
Nella richiesta si dovrà dichiarare, tra le altre cose, che tutte le spese sono state liquidate e si dovranno presentare una serie di documenti come prova di quanto dichiarato.

Conclusione

Anche se con una gestazione parecchio lunga e tribolata alla fine questo provvedimento è venuto alla luce e potrebbe essere una grande opportunità sia per aziende medio piccole che per lavoratori autonomi che decidano di provare a fare un salto di qualità nella propria professione.
Tra l’altro le modalità di erogazione, almeno sulla carta, sembrano semplici e trasparenti, anche se rimane il dubbio sul numero di domande che verranno presentate e quindi sulla certezza o meno che l’importo finanziato sia effettivamente del 50% oppure inferiore.
Ricordo inoltre che ecommerce non significa solo vendere prodotti fisici, ma anche servizi e che questi possono essere erogati attraverso abbonamento (membership site) invece che tramite vendita saltuaria.
In questo contesto quindi possono usufruire del voucher autonomi o professionisti che prestano consulenze puntuali o continuative oppure realtà che offrono servizi di formazione.
Una grande opportunità quindi da valutare quanto prima perché Gennaio 2018 è orami alle porte.

Se sei interessato al voucher per la digitalizzazione e vuoi ulteriori informazioni non esitare a contattarmi.

Filed Under: Web marketing

Lettera da Babbo Natale

2 Novembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Con questo post inauguro una serie di articoli dedicati a semplici idee di business da realizzare velocemente e con poche risorse economiche.

Non è necessario che l’idea che decidiamo di sviluppare sia unica, se ci sono concorrenti significa che c’è mercato e che quindi abbiamo la possibilità di vendere il nostro prodotto/servizio e rendere il nostro business profittevole.
Al contrario, un’idea completamente nuova, ha normalmente più alti margini di rischio rispetto ad una già collaudata, perché non ha ancora un pubblico pronto a recepirla.

Lettera da Babbo Natale

 

E’ comunque scontato che, prima di buttarsi a testa bassa in una nuova idea di business, sia necessario fare un’analisi del mercato a cui ci rivolgiamo, capendo come si muovono i competitors e cercare un modo per distinguerci da essi.
Tutte le idee che proporrò in questi post prevedono un approccio lean, cioè molto “snello”, che serve a verificare e capire se veramente vale la pena investire nella nostra idea.

La prima idea di business di cui scriverò in questo blog, visto anche il periodo dell’anno, è dedicata al Natale. Scopriamo insieme qual’è e vediamo di capire come implementarla.

L’idea

Molti di noi da piccoli hanno scritto la classica letterina indirizzata a Babbo Natale dove raccontavamo i motivi per i quali meritavamo quella lunga lista di doni con cui chiudevamo la nostra lettera. Nessuno di noi credo però abbia mai ricevuto una lettera di risposta scritta da Babbo Natale in persona, ed è proprio da questo punto che si sviluppa l’idea di business di cui scriverò oggi.
Le lettere scritte da Babbo Natale e recapitate nelle case dei bambini buoni non sono certo una novità. Negli Stati Uniti ci sono realtà che lo fanno da decenni, da quando internet ancora non esisteva. L’avvento del web ha certamente semplificato di molto le cose e così nel tempo le imprese che propongono questo tipo di servizio sono aumentate a dismisura proponendo lettere di varia fattura e addirittura video personalizzati.
Alcuni sino sono organizzati e hanno trovato il modo di spedire le lettere da quello che viene definito l’ufficio postale di Babbo Natale e che si trova a Rovaniemi (Finlandia), proprio nel Circolo Polare Artico.

Analisi del mercato

In questo post ci occuperemo esclusivamente di realtà che si propongono esclusivamente on line.
Alcuni dei siti che vedremo sono prettamente commerciali, mentre altri sono collegati in qualche modo ad associazioni che devolvono il ricavato ad iniziative e progetti umanitari.
Di seguito analizzo alcuni di questi siti per vedere quali sono le caratteristiche che li contraddistinguono e carpire magari qualche dato che possa darci l’idea di quali numeri generino.

Santapost.org

Questo finlandese si definisce come il vero e unico sito di Babbo Natale ed è realizzato in molteplici lingue.
Il sito al primo impatto risulta scarno e anche un po’ datato e propone sei tipi di lettere che partono dagli 8,50 euro per una lettera con un testo già scritto per arrivare fino ai 18,50 per una lettera con testo completamente personalizzato e scritto a mano.
Nel sito non viene menzionata nessuna collaborazione con associazioni benefiche ma si deduce che l’iniziativa è volta a mantenere la tradizione natalizia di Babbo Natale e promuovere la Finlandia nel mondo.

Lettera a Santa Claus

In questo ssito la proposta commerciale è molto chiara, con due proposte a testo standard e una, quella su cui maggiormente punta il servizio, con un testo personalizzato. Pur essendoci tre prodotti le fasce di prezzo sono solo due, una da 6,99 euro e un’altra da 9,99 euro.
Nel sito non si fa menzione di quale sia l’azienda che effettivamente svolge il servizio ma sembra di capire sia italiana, visto che dichiarano che, parte del ricavato, andrà alla Croce Rossa Italiana per quanto riguarda la versione italiana  del sito, e all’associazione Albatros per le altre versioni.

Elfi Santa

Non sono riuscito a capire in che nazione è localizzato il sito ma sicuramente non è l’Italia, quindi direi che anche qui siamo di fronte ad un’azienda estera che ha percepito che il mercato italiano poteva essere interessante e ha subito acquistato un dominio e tradotto il sito in modo impeccabile.
Qui la proposta è doppia. Abbiamo infatti la lettera, in vari formati e modelli, che un costo che va dagli 8,99 euro per arrivare ai 14,99 euro e il video personalizzato, generato e inviato a distanza di poche ore che ha un costo di 12,99 euro.
Questa seconda opzione è interessante perché permette di estendere almeno di 15 giorni la possibilità di ricevere un messaggio da Babbo Natale visto che si può ordinare il video anche poche ore prima di Natale. Una opzione questa da valutare per questa idea di business magari pensando a qualcosa di “lean”, quindi molto rapida e poco costosa da realizzare.

Lettera da Babbo Natale

Strategia

E’ importante partire per tempo e questo significa che si dovrebbe avere sito, strategia e campagne pronte per i primi giorni di Novembre per poter in questo modo cogliere in pieno il periodo natalizio e sfruttare la finestra di circa 40 giorni che va appunto dal primo Novembre al 10 di Dicembre, data ultima questa per avere la ragionevole certezza che la lettera arrivi in tempo per Natale.

Il target a cui dobbiamo rivolgerci è quello di genitori che vogliono mantenere vivo nei loro figli la magia del Natale, il sito dovrebbe quindi essere molto evocativo, utilizzare il colore rosso e immagini che richiamano il Natale e le festività. Anche il processo di acquisizione dei leads dovrebbe essere molto semplice e “allegro” e potrebbe essere una buona idea comunicare che, una parte dei ricavi, andrà devoluta a qualche associazione che si prende cura dei bambini meno fortunati.
Inoltre si potrebbe optare per un prezzo inferiore del servizio nei primi giorni di novembre che potrebbe successivamente aumentare a ridosso delle feste natalizie.

Altra idea potrebbe essere quella mettere a disposizione degli utenti, dopo il 10 Dicembre data ultima “sicura” perché sia recapitato il cartaceo, una versione personalizzata della lettera ma in formato pdf, da scaricare e stampare a cura del cliente. In questo caso il costo dovrebbe essere inferiore visto che verrebbe eliminata la stampa e la spedizione.

Per l’invio cartaceo non scomoderei l’ufficio postale finlandese ma opterei per una modalità molto più semplice. Ad esempio eleggendo un luogo di montagna conosciuto come ufficio postale di Babbo Natale in Italia. Si potrebbe ad esempio spedire le lettere dall’ufficio postale di Cortina, luogo di montagna conosciuto in tutta Italia e che merita certamente una visita.
Sarebbe quindi sufficiente, verso il 10 di Dicembre, prendere tutte le lettere ordinate, già scritte e imbustate con tanto di indirizzo dei destinatari e spedirle direttamente dall’ufficio postale di Cortina che spesso, durante il periodo natalizio, propongono anche dei francobolli a tema.

Tattica

La tattica in questo caso è molto semplice e non pone dubbi. Consiste nell’utilizzare Facebook per promuovere il servizio e in particolare il servizio Facebook Ads per raggiungere il nostro target ideale, cioè quello formato da genitori con bambini dai 6 ai 12 anni che abitano in tutta Italia.
I numeri in questo caso sono importanti perché parliamo di 500.000 persone che possiamo ridurre a circa 280.000 se ci rivolgiamo solo alle mamme, normalmente più sensibili a questo tipo di cose e quindi più disponibili ad acquistare il prodotto proposto.
L’annuncio dovrebbe essere molto natalizio sia nei toni che nelle immagini, che dovrebbero essere molto evocative e portare direttamente alla pagina di acquisto della lettera. Il sito dovrebbe essere mobile first, cioè ottimizzato per gli smartphone, visto che il 95% degli utenti Facebook utilizza il social dal proprio smartphone.

Conclusioni

Un’idea di business molto stagionale che andrebbe strutturata per tempo per cercare di ridurre al minino gli errori di valutazione che, vista anche la finestra di tempo molto limitata, potrebbe tramutare presto l’iniziativa in un clamoroso flop.
Va sicuramente studiata un’alternativa all’invio cartaceo per cercare di all’ungare il periodo di attività del sito per un paio di settimane e non sarebbe male pensare ad un “dopo” festività per cercare di aggiungere vita al progetto.
Se hai domande, idee oppure proposte per questa idea di business lascia un commento sotto questo post, sarò lieto di risponderti.

 

Filed Under: Web marketing

CosìComodo, la spesa online secondo Emisfero Vicenza

6 Settembre 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Se oggi l’ecommerce è quello che è lo dobbiamo in buona parte ad Amazon. E’ stato infatti Jeff Bezos, deus ex machina del market place più famoso del mondo, ad “educare” gli utenti internet agli acquisti online.
L’avventura online di Amazon è iniziata con la vendita di libri, per poi proseguire con praticamente qualsiasi tipo di prodotto, fino ad arrivare in tempi recenti a proporre la classica spesa per la famiglia.

Fare la spesa online non è certo una novità, il gruppo Esselunga fin dal 2001 ha avviato questo tipo di servizio nelle aree dov’è presente con i suoi punti vendita. Inoltre negli ultimi anni, si sono affacciate al mondo della spesa online, anche realtà non strettamente legate alla grande distribuzione organizzata. Supermercato 24 è una di queste e propone la possibilità di fare la spesa online in qualsiasi supermercato e ipermercato si desideri. Il cliente sceglie il proprio punto vendita, crea la lista della spesa e un addetto di Supermercato 24 la realizza fisicamente e poi la consegna a domicilio.

CosìComodo la spesa fatta in casa

E’ questo lo slogan che Selex Gruppo Commerciale Spa, un aggregatore che raccoglie sotto il suo cappello 26 insegne e oltre 2500 punti vendita, ha deciso di dare al nuovo servizio di spesa online che ha messo a disposizione dei suoi associati.
Il servizio, partito nei primi mesi del 2017, può contare su cinque punti vendita pilota che dovrebbero servire al gruppo per testarlo e migliorarlo prima di estenderlo a tutto il territorio nazionale.

Secondo dichiarazioni dei responsabili di Selex, l’attuale versione del servizio è solo un primo passo che porterà CosìComodo  a diventare in un futuro non lontano un vero e proprio ecommerce. Sottolineo questo perché ciò che salta subito all’occhio cercando informazioni sul servizio, è il fatto che non è attualmente previsto il pagamento online e la consegna a domicilio.

Il punto vendita che ho scelto per testare CosìComodo è quello di Vicenza e precisamente l’ipermercato Emisfero, punto vendita di proprietà del Gruppo Unicomm, una importante azienda vicentina che è stata tra le prime a credere in questo progetto.
Il Gruppo Unicomm è oggi è una grande realtà della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che fattura quasi 2 miliardi di euro. Nato nel primo dopo guerra a Schio come piccolo deposito di alimentari all’ingrosso è cresciuto costantemente fino ad arrivare ai giorni nostri e oggi può contare su ben 9 insegne, 270 punti vendita diretti e oltre 7000 dipendenti.

Da circa 20 anni acquisto prodotti e servizi online e considero l’commerce un  sistema comodo, conveniente e sicuro per fare acquisti. Sono anche il componente della famiglia che normalmente fa la spesa. Tre volte a settimana mi reco al supermercato e seleziono i prodotti che poi serviranno a preparare pranzi e cene. Mi piace fare la spesa, girare per le corsie dei supermercati, osservare i prodotti, leggere gli ingredienti e le informazioni nutrizionali e metterli nel carrello. Quando vado al supermercato lo faccio senza ansia o fretta e approfitto di quel momento per rilassarmi e staccare un po’ la spina.

Conosco abbastanza bene il negozio Emisfero di Vicenza, un ipermercato ben fornito e conveniente. Da qualche tempo volevo capire se il servizio CosìComodo poteva offrirmi dei vantaggi in termini di risparmio di tempo, ho deciso quindi di provarlo creando un video dove commento tutte le fasi dell’acquisto.
Iniziamo!

Acquistare online su CosìComodo (video)

Ritirare la spesa al punto vendita CosìComodo Emisfero di Vicenza

Una volta realizzata la spesa e scelto giorno e ora di ritiro il processo online termina e si deve passare all’azione fisica.
Il punto Vendita Emisfero è posizionato a Vicenza Est, ai confini con il Comune di Torri di Quartesolo. E’ raggiungibile dal centro della città in circa 15 minuti, lo stesso dicasi per la parte ovest di Vicenza.

Cosicomodo la spesa online secondo Emisfero Vicenza

L’area destinata al ritiro della spesa si trova all’esterno del punto vendita, sul retro dell’ipermercato, in una zona poco trafficata.
Al ritiro si deve convalidare l’acquisto e si viene invitati a mettere l’auto in uno dei parcheggi numerati predisposti proprio per il ritiro della spesa. Poco dopo un addetto ci accoglie con i nostri acquisti, ben riposti in un apposito carrello dotato di terminale e Pos e dopo aver effettuato il pagamento li carica nella nostra auto.

Conclusioni

Nel complesso la mia esperienza di acquisto è stata positiva, ma se dovessi dare un voto questo sarebbe un appena sufficiente e i motivi sono sostanzialmente due:

  • Il motore di ricerca interno.
    Dovrebbe dominare tutte le pagine del catalogo prodotti ed essere il cuore del sistema per la ricerca e la scelta dei prodotti, è invece ancora tutto da sviluppare. Se cerco “latte vegetale”, perché è così che comunemente vengono chiamate le bevande vegetali ricavate da soia, farro, avena, riso, ecc., è strano che nelle prime pagine mi appaiono tutta una serie di latti viccini e solo in terza o quarta pagina, mescolati con gli altri prodotti non vegetali, inizino ad apparire i prodotti che sto realmente cercando. Lo stesso mi è successo con “grana grattugiato”, prima mi sono apparsi i prodotti in pezzo e solo nelle pagine successive quelli grattugiati in busta. Non ho idea del numero di referenze che il sistema gestisca, ma sono certamente moltissime e ritengo che il motore di ricerca dovrebbe essere il punto cardine di tutto il processo di acquisto.
  • La procedura di ritiro della spesa.
    In tutto il processo di acquisto, comprese le varie mail di conferma che arrivano dopo il checkout, non si menziona mai qual’è la procedura per il ritiro di quanto acquistato. Sono arrivato nel luogo destinato e non sapevo cosa fare.
    Il monitor esterno non riportava nessuna indicazione facilmente comprensibile, non c’era un cartello all’esterno che spiegasse chiaramente i passi  da seguire per ritirare la spesa. Alla fine ho parcheggiato e ho suonato il campanello finché un’addetta è uscita e mi ha spiegato gentilmente la procedura; “così la prossima volta lo saprà fare da solo”.
    Sarebbe sufficiente fare un piccolo video animato che spiega in 15 secondi cosa si deve fare una volta arrivati al punto del ritiro oppure semplicemente descriverlo nelle mail che arrivano dopo l’acquisto.
    Faccio notare che non sarebbe male che ci fosse anche una pensilina nella zona di parcheggio. Nei giorni di forte sole e pioggia sarebbe molto gradita sia dai clienti che dagli addetti.

In ogni caso devo dire che l’esperienza nell’insieme è stata positiva e che la ripeterò certamente quando disporrò di pochissimo tempo e sarò nelle vicinanze del punto vendita Emisfero.
Altri motivi per fare la spesa online da CosìComodo attualmente non li vedo, perché la mancanza della consegna a domicilio limita di molto l’utilizzo del servizio. Non ho numeri certi da pubblicare, ma penso che in termini di tempo fare la spesa online con CosìComodo possa far risparmiare si e no 15 minuti di tempo, sempre se si abbia l’intenzione di farla comunque presso l’Emisfero di Vicenza.
La vera svolta sarebbe proporre la consegna a domicilio, servizio che comporterebbe un risparmio di tempo per il cliente importante, vantaggio tangibile per chi è molto impegnato oppure ha difficoltà a muoversi.

E tu, hai mai provato a fare la spesa online? Comunicami la tua esperienza lasciando un commento.

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

Come scegliere un dominio per un negozio, un bar oppure un ristorante

19 Luglio 2017 By Roberto Pellizzari Leave a Comment

Le ricerche locali, ovvero quelle ricerche volte a trovare attività nelle immediate vicinanze dell’utente, continuano ad aumentare. Complici di questo trend positivo sono il massiccio utilizzo degli smartphone e l’essere “always connected” (sempre connessi).

In questo scenario iper tecnologico fatto di dispositivi personali e portatili, a trarne maggiore vantaggio sono le attività locali come bar, ristoranti, negozi, artigiani e professionisti, che trovano nel web un alleato che prima invece favoriva quasi esclusivamente le aziende con un bacino di utenza nazionale o internazionale.

dominio negozio bar ristorante

Sono molte le piattaforme che contribuiscono a dare visibilità alle attività locali, prima fra tutte Google My Business con la sua scheda local, ormai sempre più simile ad un sito.
In ogni caso, la pagina web aziendale (il sito web), rimane lo strumento principale per promuoversi, perché è l’unico veramente di nostra proprietà.

Non che abbia qualcosa contro social network, geo social e altre directory, che sono certamente molto importanti in una strategia di marketing aziendale. Il problema a è che questi strumenti sono e rimangono comunque di proprietà di terzi, che potrebbero un giorno a loro discrezione, cambiare le regole del gioco e vanificare tutto il lavoro che abbiamo fatto fino a quel momento.

Un sito web realizzato per un’attività locale deve avere delle caratteristiche leggermente diverse rispetto ad un sito di un’azienda che si rivolge ad un mercato nazionale o internazionale. In questo post parlerò di come scegliere un dominio (indirizzo internet) da collegare al sito di un’attività locale. Delle caratteristiche del sito e dei suoi contenuti me ne occuperò in un prossimo post.

La scelta del dominio (Indirizzo internet)

La scelta del dominio è importante e dovrebbe tener conto delle seguenti caratteristiche:

  • Deve essere facile da ricordare
  • Non deve essere troppo lungo
  • Deve contenere la parola chiave principale

Il dominio deve essere facile da ricordare

Quante volte ci è capitato di iniziare a digitare un indirizzo internet ma poi non ricordare come si scrive?
Il dominio internet di un’attività locale dovrebbe contenere la parola chiave che un utente utilizzerebbe per cercarla. Se cerco il sito del “Ristorante da Mario”  di Vicenza la parola chiave che utilizzerò probabilmente sarà “ristorante da mario vicenza”. Di conseguenza il dominio che dovrò registrare sarà “www.ristorantedamariovicenza.it”. Un dominio di questo tipo è formato da parole semplici e facili da ricordare, contiene la parola chiave principale e non utilizza nessuna carattere particolare.

Quando si registra un dominio si possono utilizzare lettere da A-Z e numeri 0-9 e i simboli “-” e “.”. Recentemente è stata introdotta la possibilità di usare lettere accentate (à, â, ä, è, é, ê, ë, ì, î, ï, ò, ô, ö, ù, û, ü, æ, œ, ç, ÿ, β).
Onestamente non mi sento di consigliarle l’utilizzo se non in casi particolari e comunque registrando lo stesso dominio anche nella versione senza accenti.

Il dominio non deve essere troppo lungo

Il numero massimo di caratteri che un dominio può contenere è di 63, escluso “http://www” e tutto quanto c’è dopo il punto (.it, .com, ecc.), meglio comunque non esagerare e di attestarsi su una trentina di caratteri se possibile.

Il dominio deve contenere la parola chiave principale

Come detto sopra un indirizzo internet per un’attività locale dovrebbe contenere la parola chiave con la quale si cerca l’attività, il nome con la quale è conosciuta. Se siamo una fioreria non ha molto senso registrare un dominio tipo “www.ilparadisodellerosesnc.it”, ma è molto più efficace un dominio come “www.fioreriailparadisodellerosevicenza.it”, perché è così che ci cercheranno gli utenti del web.

Prima di procedere con l’acquisto di un dominio è buona norma verificare con Google Trends, strumento gratuito di Google, quali parole chiavi utilizza il nostro target per cercare attività simili alla nostra. Questo strumento restituisce il volume di ricerca, cioè la quantità di ricerche, che vengono eseguite ogni mese per una determinata parola chiave e ci permette di confrontare fino a cinque parole chiavi contemporaneamente, filtrando per periodo di tempo (anni), località (si arriva fino alla provincia) e categoria (indispensabile nel caso di parole con doppio significato).
Nel caso dell’ipotetica fioreria citata sopra procederemo in questo modo:

  • Inseriamo le parole chiavi che pensiamo vengano maggiormente utilizzate (fioreria, fiorista, fioraio)
  • Selezioniamo il luogo (Italia)
  • Selezioniamo il periodo (Ultimi 5 anni)
  • Selezioniamo la categoria (Acquisti>Regali e articoli per eventi speciali>Fiori)

Il grafico “Interesse nel tempo” ci da subito l’idea di quale sia il volume di ricerca per ogni parola chiave a livello nazionale e si notiamo subito che la parola fioreria (blu) è quella che genera meno volume di ricerca, mentre fiorista e fioraio (rosso e giallo), sono praticamente sullo stesso livello.

Spostandosi però appena più in basso sull’immagine “Interessi per sottoregione”, il quadro si fa più interessante e si delinea uno scenario diverso, dove si intuisce che la parola chiave fioreria viene utilizzata maggiormente nel nord est (blu), fiorista nel nord ovest (rosso) e fioraio dalla toscana in poi (giallo).

E i risultati cambiano ulteriormente quando analizziamo la singola parola chiave e vediamo che nella regione Veneto, luogo dove si trova la nostra ipotetica fioreria, si utilizza maggiormente proprio il termine “fioreria” quando si cerca un negozio di fiori.

A questo punto abbiamo disponiamo di tutti gli elementi utili per la scelta del nostro dominio, ora dobbiamo solo deciderne l’estensione, il suffisso, cioè quello che c’è dopo il punto.
Come prima scelta in linea di massima opterei per l’estensione .it che identifica meglio un’attività che opera in Italia e che sembra anche meglio gradita a Google.

Si potrebbe però optare anche per un dominio .com o qualsiasi altra estensione, in questo caso si deve fare un passaggio ulteriore su un altro strumento gratuito di Google che si chiama Google Search Console, per indicare al bot (il robot che scansiona e indicizza i siti web) che il nostro sito si rivolge ad un pubblico italiano ed è realizzato in lingua italiana. Trovi qui la procedura per utilizzare Google Search Console.

Bene, mi sembra sia tutto per il momento. Nel prossimo post parlerò di come deve essere strutturato un sito per la local seo che generi visitatori.

Filed Under: Marketing locale, Web marketing

  • 1
  • 2
  • 3
  • Next Page »
Roberto Pellizzari - Consulente web marketing - Vicenza
Via Del Carso 37/D - 36100 Vicenza - P.iva 03944760242
Tel. 347 3839712

Seguimi su Facebook - Seguimi su Linkedin - Seguimi su Google+

Privacy Policy